Il vantaggio in portafoglio

I titoli Wide Moat sovraperformano il mercato grazie a una migliore allocazione settoriale e a una selezione di titoli che premia le aziende con un più alto vantaggio competitivo.

Francesco Lavecchia 02/10/2018 | 00:10
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Più salute, beni di consumo ciclici e industria ed un’attenta selezione dei titoli in portafoglio. Analizzando la performance dell’indice Morningstar Wide Moat Focus rispetto all’S&P 500 si nota come il sovrappeso di questi settori (rispettivamente +6,8%, +4,3% e +1%) e lo stockpicking riescano a spiegare come il paniere dedicato alle società con vantaggio competitivo Ampio (clicca qui per leggere la metodologia relativa alla sua costruzione) sia riuscito a sovraperformare mediamente il mercato americano di 300 punti base ogni anno dal 2008 a questa parte.

 

Wide Moat Focus vs S&P500
Performance wide moat settembre
Fonte: Morningstar Direct, dati all'1 ottobre 2018

 

Questo dato non stupisce, perché nei settori healthcare, consumer e manifatturiero si riesce a costruire una posizione di vantaggio competitivo facendo leva prevalentemente sugli intangible asset e sull’efficienza dei costi, i due fattori maggiormente responsabili del Wide Moat (rappresentano rispettivamente il 70% e il 47% del totale delle società a cui gli analisti di Morningstar assegnano questo rating).

Gli asset intangibili sono tutti quegli strumenti utilizzati dall’azienda per mettersi al riparo dalla concorrenza, come ad esempio i brevetti o le licenze governative o i brand di valore che consentono di vendere prodotti e servizi applicando mark-up generosi ai prezzi di vendita. Il vantaggio di costo, invece, è una fattispecie che si realizza quando l’azienda riesce ad accedere alle materie prime in maniera più facile ed economica o riesce a realizzare economie di scala così elevate nella produzione o nella distribuzione dei prodotti che le permettono di ammortizzare al meglio i costi fissi e dunque di offrire la propria merce a prezzi più bassi rispetto alla concorrenza.

L’extra-rendimento riconducibile alla selezione dei titoli è da attribuire al sovrappeso di alcuni titoli nel comparto finanza, come American Express e RenaissanceRe Holding, e di Maxim Integrated Products in quello tecnologia e Time Warner in quello dei servizi alla comunicazione (che nel periodo preso in considerazione sono cresciuti rispettivamente del 254% e del 346%).

Le occasioni tra i Wide Moat
L’attuale composizione dell’indice rimane fedele all’asset allocation media degli ultimi dieci anni. Al 31 agosto scorso il portafoglio del Morningstar Wide Moat Focus era composto per quasi il 37% della sua capitalizzazione di mercato da titoli del settore healthcare e da un ulteriore 32% tra beni di consumo ciclici e difensivi, mentre energetici, telefonici e utility sono quelli meno rappresentati con percentuali inferiori al 3%.

Tra le holding che costituiscono tale benchmark ci sono quattro stock che al momento presentano un rating Morningstar di cinque stelle: McKesson e Cardinal Health tra quelli del settore salute e General Mills e Philip Morris International tra i consumer defensive.

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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