L’Italia frena. I fondi di più

Gli strumenti dedicati al Belpaese nell’ultimo mese hanno fatto peggio dell’indice Morningstar Italy. Anche le performance da inizio anno sono deludenti. La ripresa della Penisola, intanto, si allontana. 

Marco Caprotti 30/11/2016 | 10:19
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L’Italia si avvia a chiudere la fine del 2016 senza aver regalato nessuna gioia agli investitori. L’indice Morningstar dedicato al Belpaese nell’ultimo mese (fino al 29 novembre e calcolato in euro) è sceso di circa il 4% mentre, da gennaio, si è lasciato per strada il 19%. Investire nei fondi dedicati alla Penisola, peraltro, non ha salvato i risparmiatori. Quelli raccolti nella categoria Morningstar Italy equity nelle ultime quattro settimane hanno perso (mediamente) quasi il 5% mentre, da inizio 2016, hanno avuto una performance negativa del 21%.

L'indice Morningstar Italy da inizio anno 

graficoitalia

Dati in euro aggiornati al 29/11/2016

Fonte: Morningstar Direct

In questo scenario è riuscito a contenere le perdite chi ha puntato sulle piccole e medie imprese sovrappesando ciclici, industriali e salute. Come il fondo Symphonia Azionario Small Cap Italia (rating Morningstar 5 stelle) che, da inizio anno, ha perso il 2,8% (-1,7% in un mese) distanziando però nettamente gli altri strumenti dedicati agli asset tricolori che, nella maggioranza dei casi, hanno avuto performance negative a doppia cifra. Lo strumento, tuttavia, deve fare ancora strada prima di recuperare il 16% circa che ha perso rispetto ai massimi toccati ad aprile del 2014.

Il quadro macro
La strada della ripresa, dando un occhio alla situazione e alle prospettive macro, tuttavia, sarà ardua per tutti gli strumenti dedicati all’Italia. Gli ultimi dati rilasciati dall’Istat dicono che a ottobre (per il terzo mese consecutivo), la fiducia dei consumatori è diminuita rafforzando il trend negativo iniziato a gennaio. Tra le componenti di questo indicatore di sentiment sono peggiorati il clima economico, quello personale e corrente.

Il fronte del mercato del lavoro mostra più ombre che luci. A settembre si è registrata una lieve crescita degli occupati (+0,2% rispetto ad agosto). Tuttavia a livello trimestrale l’occupazione è rimasta stazionaria, dopo il consistente aumento nei primi sei mesi nell’anno (223 mila occupati in più nel periodo da gennaio a giugno). Nel terzo trimestre l’occupazione dipendente a tempo indeterminato ha continuato ad aumentare, anche se a ritmi inferiori rispetto a quelli dell’anno scorso, (+0,3% rispetto al trimestre precedente), assieme ai dipendenti a termine (+0,5%). Alla crescita degli occupati dipendenti totali (+0,3%), tornati sui livelli del 2008, si è contrapposta la contrazione del lavoro indipendente (-0,8%).

Che le cose non stiano andando sul fronte economico lo dimostrano anche l’andamento del costo della vita. Dopo il modesto aumento segnato in settembre, l’inflazione è tornata su valori negativi. La dinamica dei prezzi italiani continua a divergere rispetto agli sviluppi visti nell’area euro, dove il tasso tendenziale ha segnato +0,5%. Per i prossimi mesi non sono previste modifiche significative delle dinamiche in corso. Le opinioni dei consumatori sull’andamento dei prezzi al consumo per i prossimi 12 mesi, sono orientate al ribasso. Si registra la possibilità di qualche limitato rialzo nel breve termine solo per gli imprenditori del comparto dei beni destinati al consumo finale. L’Istat, tra l’altro, non segnala prospettive di accelerazione dell’attività economica nel suo complesso negli ultimi mesi dell’anno.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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