Borse, si attenua l’effetto Fed

Listini di Eurolandia positivi, ma il rally sembra esaurire la sua forza. Londra e Parigi terminano attorno alla parità. Milano chiude in testa a +1,06%. A Wall Street prevalgono le prese di profitto.   

Francesco Lavecchia 19/03/2015 | 17:52
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I listini di Eurolandia hanno chiuso contrastati. Dopo un avvio positivo, ancora sull’onda dell’entusiasmo prodotto dalle aspettative di un ritardo nel rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed, gli operatori si sono fatti condizionare dalle stime pessimistiche degli analisti e dai rinnovati timori sulla crisi greca. Standard & Poor’s ha, infatti, dichiarato che il Quantitative easing della Bce non sarà sufficiente a spingere l’economia del Vecchio continente, mentre proseguono le schermaglie dialettiche tra il Governo di Atene e Berlino circa il nuovo piano di aiuti a favore del paese ellenico.

Londra e Parigi hanno chiuso attorno alla parità, mentre Milano ha terminato in testa (+1,06%), grazie alla buona intonazione del comparto energy. Saipm ha guadagnato il 3,9%, sulla scia dell’annuncio relativo alla creazione di una joint venture con l’azienda cinese PetroChina, mentre Enel ha beneficiato della decisione di aumentare il payout al 65%. Forti acquisti anche su Pirelli, spinta dalle voci di una possibile opa per il delisting da Piazza Affari e sui bancari Unicredit e Ubi Banca. In difficoltà, invece, Enel Green Power, Stm e le azioni del comparto del lusso Luxottica e Ferragamo.

Sul fronte del debito sovrano si segnala la flessione dello spread del decennale italiano, che ora torna a viaggiare attorno ai 105 punti base nei confronti del pari-scadenza tedesco. In calo anche il cambio euro/dollaro a quota 1,062.

New York in ribasso  
Avvio in sordina per i listini americani. Dopo il rally realizzato sul finire della seduta di ieri, in scia alle speculazioni sulle prossime mosse della Federal Reserve, gli operatori approfittano dei negativi dati macro della giornata e del calo del prezzo del petrolio per realizzare delle prese di beneficio. L’indice della produzione industriale nel distretto di Filadelfia ha deluso le attese, mentre il greggio americano (WTI) è tornato ad essere scambiato sotto i 44 dollari al barile (-1,6%). In difficoltà gli energetici e perdono terreno anche i titoli del comparto bancario. 

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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