Il mercato sconta Capital One

La banca promette di trarre beneficio dal rafforzamento dei consumi delle famiglie americane, ma il suo titolo continua a essere scambiato a valori inferiori di circa il 10% rispetto al nostro fair value. 

Francesco Lavecchia 10/03/2015 | 14:03
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La crescita dei consumi negli Stati Uniti sosterrà i conti di Capital One (COF) nei prossimi anni, ma il mercato resta freddo sulle prospettive future della banca e sconta il titolo del 15% rispetto al nostro fair value. COF raccoglie anche i consensi dei fund manager interpellati da Morningstar, anche se negli ultimi 12 mesi le azioni  della banca americana hanno sottoperformato il mercato di circa il 10%.

I consumi Usa sorridono a Capital One
Il gruppo, nato come una società che offriva i soli servizi di carta di credito, si è poi evoluto nel tempo, attraverso una serie di acquisizioni, in un’entità più complessa che è attiva anche nei segmenti di banca retail e commerciale. Questo le ha permesso, negli ultimi dieci anni, di aumentare il fatturato più del doppio. Ma, grazie a un’attenta gestione dei costi, Capital One è riuscita nello stesso periodo ad aumentare in maniera significativa anche i margini di profitto e la redditività del capitale.

La ripresa del settore automotive (e in generale dell’economia americana) negli ultimi anni ha spinto la domanda di prestiti (sia a favore della clientela business che di quella retail). Ma a beneficiare più di tutti della crescita dei consumi delle famiglie continuerà a essere anche in futuro il segmento delle carte di credito, la cui redditività è vista in crescita. I nostri analisti ipotizzano che il consolidamento di questo trend contribuirà a un ulteriore miglioramento della profittabilità e stimano un fair value pari 93 dollari per azione.

Leader nel settore 
A nostro avviso Capital One vanta una posizione di vantaggio (Economic Moat) all’interno del settore bancario degli Usa. Grazie ad una estesa presenza geografica, in particolare nelle aree più densamente popolate, l’istituto di credito riesce infatti a raccogliere depositi a costi molto bassi e di conseguenza ad offrire prestiti a prezzi molto competitivi. In questa senso, poi, va letta anche la decisione di acquisire la banca online Ing Direct, operazione che le permetterà da una parte di aumentare la sua massa di liquidità e dall’altra di ridurre i costi operativi legati alla gestione delle filiali.

Il segmento carte di credito, inoltre, si caratterizza per la stretta relazione tra la società emittente e i suoi clienti. Gli utenti sono tendenzialmente molto reticenti a passare ad un altro fornitore (i cosiddetti costi di switch) e questo garantisce alle società finanziare un elevato potere contrattuale che si traduce poi in alti margini di guadagno.

 

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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