Anche ai grandi piacciono le micro-cap

Gli ultimi dati dell'Osservatorio sul mercato AIM indicano come l'investimento dei soggetti istituzionali nelle piccole imprese italiane sia diventato significativo. Il listino mostra segni di maturità e i conti delle aziende sono in crescita.

Francesco Lavecchia 05/08/2014 | 14:55
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Anche gli istituzionali iniziano a scommettere sulle micro-cap. Gli investitori qualificati detengono partecipazioni per circa 180 milioni di euro, pari al 10% della capitalizzazione di mercato delle società quotate sul AIM Italia (il mercato di Borsa Italiana dedicato alle piccole e medie imprese italiane composto al momento da 51 società). I dati sono quelli del secondo Osservatorio sul mercato azionario delle PMI curato dall’ufficio studi di IR Top aggiornato a luglio 2014. Guidano i fondi italiani, i cui capitali contano per il 65% dell’investimento complessivo, ma sorprende il 35% in mano agli operatori stranieri, i quali investono in piccole aziende italiane nonostante queste non riportino neanche i dati in inglese.

I fondi che investono sull'AIM
Zenit SGR, con dieci partecipazioni, è la società di gestione più esposta alle PMI italiane. Lemanik SA e Nextam Partners SGR, rispettivamente con sei e cinque quote, guidano invece la compagine degli operatori stranieri. Tra i fondi disponibili alla vendita in Italia il comparto Zeus Capital SICAV Global Allocation è quello maggiormente esposto al segmento AIM (16% del Total Net Asset grazie alle partecipazioni in Energy Lab e PLT Energia), mentre il fondo Zenit MC Pianeta Italia è quello con il maggior numero di quote investite (10).

Analizzando il portafoglio dei singoli comparti che investono in questo mercato, si nota inoltre come le preferenze dei gestori non vadano a favore delle società a maggior capitalizzazione, come potrebbe far pensare il basso volume di scambi sulle mid e small cap di Borsa italiana. Circa il 60% dei loro patrimoni è concentrato nelle società con una capitalizzazione nella media, compresa tra i 31 e i 100 milioni di euro, con Italia Independent che è la preferita dai portfolio manager, seguita da Industrial Stars of Italy (settore finanza) e Net Insurance (settore assicurativo) . Ben 15 fondi partecipano al capitale dell’azienda italiana attiva nel mercato dell’eyewear e dei prodotti lifestyle per un complessivo 18% del totale (pari a circa 13 mln di euro).

AIM, il mercato cresce bene
L’attenzione verso questo segmento è cresciuta negli ultimi due anni, quando il numero delle società quotate è salito da 18 del 2012 alle attuali 51 e l’ammontare di capitale raccolto in fase di collocamento dopo le ultime 29 IPO (dal 2013 al 22 luglio scorso) è stato di 295 milioni di euro.  Le imprese quotate sono di piccola e piccolissima dimensione. Quasi il 50% di esse ha un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro e solo nel 6% dei casi si supera i 100 milioni di euro. Mentre il 42% delle stesse ha una capitalizzazione di mercato di poco superiore al 40%.

Dal punto di vista settoriale il listino è fortemente concentrato nei settori green (30%), finanza (22%) e media&digital (20%). Ma, diversamente dal FTSE Mib il cui andamento è condizionato dai titoli a maggior capitalizzazione, l’AIM non ha driver principali data la sua elevata frammentazione.

Il mercato AIM è in crescita non solo dal mero punto di vista numerico. Lo sviluppo del listino va declinato, infatti, anche in base ai fondamentali delle aziende quotate. Il progresso medio dei ricavi nel 2013 è stato del 23% (anno su anno). Nonostante la negativa congiuntura economica in Italia, il 52% delle società del listino ha registrato un aumento del giro d’affari e nel 46% di queste il progresso è stato superiore al 50% con picchi vicini al 100% come nel caso di Methorios Capital, IKF e WM Capita o addirittura del 233% come HI Real. In progresso anche la profittabilità delle aziende. Il reddito della gestione operativa (Ebidta) è salito nel 40% dei casi e di queste il 37% ha visto crescere questa misura oltre il 50%.

Segni di maturità
Questi numeri dimostrano che nella maggior parte dei casi, lo sbarco sul mercato AIM è finalizzato alla raccolta di nuovi fondi da destinare allo sviluppo del business e non al ripianamento dei debiti. C’è quindi più di un motivo per cui i risparmiatori dovrebbero guardare con interesse a questo listino, tanto più che grazie alla progressiva maturazione del mercato, le azioni quotate risultano essere anche più liquide e meno volatili. Dai dati presentati da IR Top, infatti, si nota come da gennaio a giugno di quest’anno i giorni di contrattazione siano saliti al 69% rispetto al 65% del 2013, a dimostrazione del crescente interesse per questo mercato. Sempre nello stesso periodo, inoltre, la volatilità dei titoli si è ridotta dal 64% al 44%. Prova della maggior consistenza delle contrattazioni sulle stock del listino. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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