Azionari Usa, vince la replica passiva

Sul primo gradino del podio dei Morningstar Awards è salito PowerShares EQQQ (Invesco). Ecco cosa dicono gli analisti di Morningstar.  

Gordon Rose 03/04/2014 | 09:51
Facebook Twitter LinkedIn

L’Etf PowerShares EQQQ dà esposizione alle più grandi aziende quotate sul Nasdaq (finanziarie escluse). Questa sua caratteristica gli consente di rivestire una parte core (centrale) del portafoglio. L’indice Nasdaq 100 è universalmente conosciuto come il paniere americano di riferimento per la tecnologia alla luce della forte concentrazione di aziende hi-tech. Questa definizione comprende un po’ di tutto dall’hardware al software passando per le telecomunicazioni e rappresenta i due terzi della capitalizzazione del benchmark. Per questo il replicante potrebbe interessare anche gli investitori che vogliano aggiungere un elemento tecnologico al portafoglio. Tuttavia, è bene sapere che, per quanto riguarda i singoli titoli, lo strumento è particolarmente esposto (13%) verso Apple. Il fondo può anche servire come strumento tattico per coloro che vogliono fare una scommessa  sulle prospettive di breve e medio termine del mercato americano delle large cap (esclusi i finanziari), quando si è convinti che quest’ultimo sia sottovalutato.

Fondamentali
L’indice seguito dall’Etf è dominato dal settore hi-tech, quindi il rendimento totale è influenzato dalle sue performance. Il segmento sta assistendo a un cambiamento della sua struttura grazie al passaggio dai personal computer ai dispositivi mobili e alla crescita del cloud computing. Si stima che la vendita di Pc convenzionali nel 2013 sia scesa del 10% a 321 milioni di unità. La domanda da parte dei paesi sviluppati sta scendendo così come la richiesta da parte delle aree emergenti. Tuttavia le vendite di tablet e smartphone sono in grado di compensare i cali delle richieste di computer. Secondo le previsioni dei nostri analisti nel 2017 saranno venduti più di 2,6 miliardi di apparecchi (fra mobili e fissi). Più del doppio rispetto al 2012.

Le prospettive sull’economia americana, nel frattempo sono migliorate fino ad arrivare a un passo dal pieno recupero dalla crisi finanziaria. Il consensus degli economisti parla di una crescita del Pil di almeno il 3% nel 2014. Le previsioni dicono anche che gli 8,7 milioni persi durante la crisi saranno recuperati entro il secondo semestre del 2014. Il tasso di disoccupazione è sceso al 6,7% dal record del 10% dell’ottobre 2010. Va detto, tuttavia, che la crescita dei salari non è andata di pari passo con la creazione di nuova occupazione. Secondo i sondaggi il 40% della popolazione americana si considera come classe povera o medio-bassa. Questo, in teoria, potrebbe far diminuire le spese al consumo, visto che la domanda interna contribuisce ai due terzi del Pil. In ogni caso va sottolineato che l’indice della fiducia dei consumatori a gennaio è salito a 80,7 punti contro una media del 7,7% nel 2013. Le vendite al dettaglio, sempre l’anno scorso, sono aumentate del 4,2% facendo segnare il terzo miglioramento annuale consecutivo. Nonostante i miglioramenti, sottolineati anche dalla decisione della Fed di diminuire le iniezioni di liquidità, l’economia americana non è immune dagli umori della congiuntura mondiale dalla quale arrivano segnali contrastanti.

Per l’economia Usa, Morningstar prevede una crescita compresa fra il 2% e il 2,5% nel 2014 alla luce di un primo trimestre un po’ difficile. Come detto, la maggior parte degli economisti sono più ottimisti. Tuttavia, secondo noi devono essere presi in considerazione fattori come l’andamento delle vendite di auto e case che potrebbero essere inferiori ai livelli del 2013.

Struttura dell’indice
L’indice Nasdaq100 dà esposizione ai titoli delle 100 aziende più grandi quotate sul paniere Nasdaq (esclusi i finanziari). E’ un indice rappresentativo di grandi settori come hardware, software, Tlc e biotecnologia. Il benchmark è calcolato con un metodo che tiene conto della capitalizzazione e della diversificazione. Per ottenere questo risultato l’indice viene rivisto ogni trimestre utilizzando anche un algoritmo quando alcuni criteri di capitalizzazione non vengono soddisfatti. Per far parte di questo indice le società devono far parte del Nasdaq, non essere del segmento finanziario, trattare almeno 200mila azioni al giorno ed essere quotate dal almeno due anni. Al momento, il paniere è sbilanciato verso il segmento tecnologico (57%) seguito da quello dei beni di consumo discrezionali (21%) e dall’health care (14%). Il nome più importante è quello di Apple che rappresenta il 13% del valore dell’indice. Poi ci sono Microsoft e Google, (entrambi con l’8%). I primi 10 nomi rappresentano il 50% dell’intero benchmark.

Struttura del prodotto
PowerShares EQQQ utilizza la replica fisica. Per raggiungere il suo obiettivo investe in tutte le azioni del paniere seguendone anche la capitalizzazione. Per generare extra rendimento, può procedere al prestito titoli. Per proteggersi dal rischio di controparte, Powerhares utilizza un collaterale maggiore rispetto al valore del prestito. Per raggiungere i suoi obiettivi, il fondo può avere fino al 20% del suo Nav esposto su un singolo emittente, ma in condizioni di mercato eccezionali può arrivare al 35%. Lo strumento può investire in derivati anche over the counter.

Commissioni
Il fondo ha un Ter (Total expense ratio) dello 0,30%, che lo pone a metà del range di prezzo che caratterizza gli strumenti costruiti sul Nasdaq100. Altri costi potenziali non inclusi nel Ter possono essere quelli di ribilanciamento, gli spread bid-ask e le commissioni di brokeraggio.

Alternative
C’è abbondanza di alternative. Amundi, ComStage, iShares e Lyxor offrono prodotti che seguono lo stesso paniere con Ter che vanno da 0,23% a 0,33%.

Gli investitori che desiderino uno strumento che dia una maggiore esposizione alle azioni Usa potrebbero prendere in considerazione l’iShares S&P500. L’esposizione maggiore di questo paniere è verso i finanziari (17%), seguita dalla tecnologia (16%) e dai servizi al consumo (13%). I nomi di maggior peso sono Apple e Exxon Mobil (entrambi con il 3%)

Report del 31 gennaio 2014.

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Gordon Rose  is an ETF analyst with Morningstar Europe.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures