Fondi, i manager che scuotono l’industria

Da Pimco a Carmignac, c’è aria di cambiamento. Morningstar ha analizzato l’uscita di scena e gli annunci di successione di alcuni dei più importanti nomi del risparmio gestito.

Sara Silano 19/02/2014 | 10:32
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Punti chiave

-Il saper attrarre e trattenere i talenti è un fattore chiave del successo di una società di gestione.

-Con l’uscita di El-Erian, Pimco perde “l’avvocato del diavolo” del comitato degli investimenti.

-Edouard Carmignac è alla ricerca di un successore entro i prossimi tre-cinque anni.

I giri di poltrone investono i livelli più alti dell’industria mondiale dei fondi. Mohamed El-Erian ha annunciato a gennaio che lascerà la carica di direttore generale e co-direttore degli investimenti di Pimco, la più grande casa di gestione obbligazionaria al mondo, a metà marzo. Egli ha comunque detto di voler rimanere nel comitato esecutivo della capogruppo Allianz, come consulente su temi economici globali.

È tempo di cambiamento anche per Carmignac, dopo che il fondatore Edouard, ha annunciato di essere alla ricerca di un successore entro i prossimi tre-cinque anni. Intanto, negli Stati Uniti Fidelity Investments (da non confondere con Fidelity Worldwide Investment, che opera fuori dall’America compresa l’Italia) è alla ricerca di un sostituto di Ron O’Hanley, che è stato responsabile dell’asset management da luglio del 2010 e ha detto di volersi prendere una pausa.

Lasciano la “poltrona” anche alcuni gestori molto popolari, come Graham French di M&G Global Basic e Neil Woodford dei fondi Invesco Perpetual (non disponibili in Italia), considerato tra i più esperti nelle azioni ad alto dividendo.

Come valutare il fenomeno
Dal punto di vista della ricerca Morningstar, questi cambiamenti interessano due dei cinque pilastri sui cui si basa l’Analyst rating, quello della “società” e delle “persone”, che sono considerati importanti per valutare le potenzialità presenti e future di un fondo.

Un tema chiave, ad esempio, è la capacità di un’azienda di assumere e trattenere i migliori talenti. Un altro riguarda la tenuta e solidità del team di gestione. Il protagonismo individuale può essere dannoso, perché se il gestore-star rassegna le dimissioni, gli investitori tendono a riscattare in massa per il timore che la società non abbia un degno sostituto.

Cosa dicono gli analisti
Quali sono state, dunque, le reazioni degli analisti di Morningstar di fronte agli ultimi giri di poltrone? Per Eric Jacobson, “è improbabile che le dimissioni di El-Erian abbiano un impatto significativo, almeno nel breve periodo”. E’ responsabile di due fondi relativamente piccoli e la storia insegna che Pimco ha già pronti i co-gestori come sostituti e altri professionisti per rinforzare il team. Inoltre, la promozione di Douglas Hodge ad amministratore delegato ripropone il modello precedente l’era El-Erian, che, spiega l’analista di Morningstar, ha avuto successo.

Jacobson, però, ammette che nel lungo periodo, questo evento pone un grosso punto interrogativo, considerato l’importante ruolo nel comitato di investimenti a supporto o per contrastare le opinioni di Bill Gross, fondatore e capo degli investimenti. “Ci sono sicuramente persone eccellenti che potrebbero entrare nel comitato investimenti”, dice l’analista, “ma è da vedere se sapranno svolgere il compito di ‘avvocati del diavolo’, un compito che Bill Gross considera di grande valore”.

Per quanto riguarda la successione in Carmignac, gli analisti di Morningstar avevano già evidenziato in passato la loro preoccupazione per la mancanza di un piano post-Edouard. Il fondatore ha espresso la volontà che il comando rimanga all’interno della famiglia, tanto che si sono fatti i nomi dei due figli, Maxime e Hugues, ma non ha neppure escluso la possibilità di una terza persona. Carmignac ha fondato la società nel 1989 e ha oltre 35 anni di esperienza nella gestione. Negli anni più recenti ha fatto un grande sforzo per rinforzare il team, in seguito all’aumento delle masse gestite. Ha però dovuto affrontare anche alcune ristrutturazioni, come la sostituzione del team azionario sull’Europa e il suo trasferimento da Parigi a Londra. Il nuovo responsabile è Muhammed Yesilhark (Morningstar ha messo sotto revisione il fondo Portfolio Grande Europe in attesa di incontrare il nuovo manager).

Nuovi incontri
Si è concluso, invece, a gennaio il processo di revisione del fondo M&G Global Basics dopo l’uscita a novembre 2013 di Graham French. Il rating è ora pari a Neutral, dopo essere stato Gold fino a settembre 2013 (e Silver a ottobre). Il neo manager Randeep Somel ha lavorato con French sin dal 2005 e può contare su un team stabile e solido composto da sette gestori e tre analisti. La fuoriuscita di French rappresenta comunque una grave perdita, dopo oltre vent’anni nell’azienda.

Riportiamo, in sintesi, il giudizio degli analisti di Morningstar su alcune delle società interessate da “giri di poltrona”.

Pimco
Appartenente al gruppo Allianz Global Investors, Pimco ha registrato una forte crescita del patrimonio gestito negli ultimi anni, ma gli analisti di Morningstar sono convinti che questo non abbia cambiato sostanzialmente il modo in cui l’azienda gestisce gli asset. Gli investimenti in ricerca fondamentale continuano ad essere elevati e la casa di gestione ha una grande capacità di attrarre talenti. Morningstar valuta positivamente anche gli sforzi per allineare gli interessi dei gestori con quelli di lungo termine degli investitori finali. Le performance complessive della gamma europea di Pimco sono superiori alla media nelle diverse categorie. Gli analisti, però, rimproverano la modesta attenzione verso gli investitori retail. Le classi di fondi destinate a questo pubblico, infatti, hanno commissioni piuttosto elevate e non beneficiano di grandi economie di scala al crescere del patrimonio gestito.

Carmignac
Gli asset in gestione sono aumentati rapidamente dalla fondazione della società nel 1989. Il lancio di fondi è stato caratterizzato dalla volontà di venire incontro alle esigenze degli investitori, più che dall’intento di seguire le mode. Nel corso del tempo, il team di gestione è stato rafforzato, così come il risk management (dopo le critiche dell’Autorité des Marchés Financiers, la Consob francese). Gli analisti apprezzano i report, che spiegano chiaramente le decisioni di investimento e riportano i costituenti del portafoglio, una pratica piuttosto rara nell’industria; tuttavia riconoscono che Carmignac potrebbe essere più trasparente in merito all’esposizione ai derivati (ad esempio indicando le posizioni in dettaglio, anziché in forma aggregata). La struttura di remunerazione potrebbe essere migliorata: i gestori hanno una partecipazione nella società anziché essere agganciati alle performance di lungo termine dei fondi. Un appunto viene fatto anche alla struttura commissionale: le fee di performance non prevedono l’high-water mark, soglia che coincide con l’ultimo valore massimo conseguito dal fondo e impedisce che il manager venga remunerato per performance troppo basse. Oltre a questo, i costi di transazione fanno sì che la gamma di fondi sia più cara della media.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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