Quelli che nessuno vuole

La strategia di puntare sulle asset class meno amate dal mercato ha prodotto buoni risultati nel lungo periodo negli Stati Uniti. 

Valerio Baselli 30/01/2013 | 11:10
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A Wall Street, lo chiamano Buy the unloved, letteralmente “compra il non amato”. Si tratta di un approccio d’investimento che predilige acquistare quello che la maggioranza degli investitori sta vendendo e vendere quello che la maggioranza sta comprando.

La premessa che sta dietro a questo modo di operare è semplice: i flussi di cassa inseguono i rendimenti, perciò la combinazione di alti flussi di cassa e di forti rendimenti passati è un buon indicatore dell’eccessiva valutazione di un titolo. La bolla tecnologica del 1999 e quella immobiliare del 2007 sono due buoni esempi del perchè non si dovrebbero comprare le categorie di fondi più popolari al momento. Dall’altro lato, sarebbe stata una buona scelta comprare nel 2000 fondi sottovalutati e quasi ignorati dalla maggioranza degli investitori.

Il contrarian funziona
Morningstar, tra le altre, segue questa strategia dai primi anni ’90. Negli Stati Uniti, infatti, gli analisti effettuano simulazioni dal 1993 e i risultati sono interessanti. In pratica, all’inizio di ogni anno si prendono le categorie azionarie che hanno sperimentato i più grandi deflussi e quelle che invece hanno incassato di più nel corso dell’anno precedente, in modo da misurare le aree del mercato più e meno amate dagli investitori.

L’idea è quella di utilizzare i flussi di cassa dei fondi come indicatore contrarian, che spinge l'acquisto in categorie che hanno visto gli investitori uscire in massa, lasciando perdere quelle che hanno attirato i maggiori afflussi. Questa strategia può funzionare per una piccola parte del proprio portafoglio o per dare agli investitori un’idea delle asset class da sovrappesare o da diminuire.

Gli analisti di Morningstar identificano ogni anno le tre categorie azionarie meno amate e quelle più amate dagli investitori, per poi alimentare due portafogli distinti con questi due gruppi (l’amato, loved, e il non amato, unloved). La strategia prevede di tenere i fondi scelti tre anni, aggiungendo inoltre ogni anno le categorie meno o più amate dell’anno prima. Dal 1993 fino al 2012, la strategia unloved ha guadagnato l’8,4% annualizzato rispetto al 5,1% della strategia loved. Il portafoglio del “non amato”, inoltre, ha anche battuto il 6,9% annualizzato dell’Msci World. Dati alla mano, almeno sull’universo americano, Morningstar ha riscontrato che questo approccio Buy the unloved su base triennale funziona nel lungo periodo.

I meno amati dagli italiani
Nel nostro paese non abbiamo un track record così esteso nel tempo, quindi i dati non sono sufficientemente significativi per replicare l’analisi sull’universo dei fondi disponibili in Italia. Soprattutto perché una strategia del genere ha bisogno un orizzonte temporale lungo per poter essere giudicata, dato che prevede la rotazione dei fondi su base triennale e l’aggiunta di nuovi fondi ogni anno (a meno che le categorie meno amate siano le stesse dell’anno precedente).

E per chi volesse cominciare oggi, all’alba del 2013, a dedicare una piccola parte del proprio portafoglio alle categorie unloved? Ecco quali sono state, secondo i dati Morningstar, le categorie azionarie più e meno ricercate dell’anno passato:


I dati sono raccolti a livello europeo, l’universo è quello dei fondi disponibili alla vendita in Italia
Fonte: Morningstar Direct

Il secondo passo sarebbe poi quello di scegliere il fondo o i fondi rappresentativi di ogni categoria. Per far questo, il Morningstar Rating e soprattutto il Morningstar Analyst Rating, sono strumenti preziosi. Ad esempio, all’interno della prima categoria tra qulle non amate (Azionari Europa large cap blend) non sono presenti comparti con un Analyst Rating pari a Gold, ma ce ne sono 25 giudicati Silver. Nella seconda categoria, invece, non ci sono fondi Gold e ce ne sono due Silver. Nella terza,  Azionari Usa flex cap, non sono presenti fondi Gold e c’è un solo fondo giudicato Silver. 

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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