Il Giappone ci crede sempre

L'indice Msci del Sol Levante cresce nonostante la difficile situazione macro. Gli operatori scommettono sui piani del governo e della BoJ per rilanciare la congiuntura. 

Marco Caprotti 23/01/2013 | 14:17
Facebook Twitter LinkedIn

Il mercato crede negli sforzi del Giappone per far ripartire l’economia. L’indice Msci del Sol Levante nell’ultimo mese (fino al 22 gennaio e calcolato in euro) ha guadagnato il 2,1%, proseguendo la corsa segnata nel 2012 (un +6,5% che non è riuscito però a far recuperare il -11,5% dell’anno precedente).

La carta di Abe…
Il premier giapponese Abe, appena tornato al governo si è giocato la carta della spesa pubblica per far uscire l’economia nipponica dalla crisi con un piano da quasi 180 miliardi di euro, la metà dei quali finanziati direttamente dallo Stato. “Riconosco che la disciplina finanziaria è estremamente importante e mi impegno a far uscire il paese dal disavanzo primario. Ma senza crescita economica non c’è speranza per il futuro del Giappone e per ricostruire le nostre finanze”, ha detto il premier, che punta a una crescita del 2% già il prossimo anno e alla creazione di almeno 600mila posti di lavoro. Oltre a investimenti diretti nella ricostruzione delle infrastrutture devastate dallo tsunami e negli aiuti a sviluppo, ricerca e consolidamento delle imprese sui mercati internazionali, il governo punta a un lavoro congiunto con la Banca centrale (BoJ) per lottare contro la deflazione e lo yen troppo forte.

Tutte mosse necessarie. Il Pil giapponese nel terzo trimestre 2012 ha registrato una flessione dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 3,5% in confronto allo stesso periodo di un anno fa. A livello annuale si tratta della peggior performance dal disastro del marzo 2011 e della prima flessione dal trimestre ottobre-dicembre di due anni fa. Tuttavia, il dato annuale è comunque migliore delle attese degli analisti, che si aspettavano un ribasso del 3,9%. Il calo è imputabile soprattutto alla contrazione delle esportazioni verso l’Europa - a causa della crisi - e verso la Cina, paese con il quale il Giappone vive una fase di tensione diplomatica che si ripercuote sulle attività commerciali bilaterali.

…e quella della BoJ
La Banca centrale giapponese, intanto, ha confermato la propria politica monetaria, lasciando il tasso di riferimento nella forchetta da zero a 0,1%. L’istituto di emissione, in sintonia con la volontà del Governo, ha contestualmente fissato al 2% l’obiettivo di inflazione del paese. Il Comitato di politica monetaria della BoJ ha inoltre deciso di aumentare l’ammontare degli acquisti di titoli per la seconda volta consecutiva, senza limiti di tempo. La Banca centrale si è inoltre impegnata, come auspicato dal governo di Shinzo Abe, a combattere con più forza contro la deflazione. La BoJ ha quindi rivisto in rialzo le proprie stime sulla crescita economica del Giappone per l’esercizio fiscale aprile 2013-marzo 2014 (il 2,3% contro l’1,6% indicato in precedenza). Per l’anno in corso (che si chiuderà a marzo) l’istituto ha rivisto in calo la crescita del Pil: +1% da +1,5%. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures