Il mattone fa fatica a ripartire

Le debolezza degli emergenti si sente anche nel real estate. In America i dati negativi indicano che si potrebbe essere vicini al punto di svolta.

Marco Caprotti 31/05/2011 | 14:36
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Per il mattone sono ancora tempi duri. L’indice Msci del settore a livello mondiale nell’ultimo mese (fino al 30 maggio e calcolato in dollari) ha perso l’1,7%. “Il primo trimestre del settore immobiliare non sarà certamente ricordato come uno dei periodi migliori del settore”, spiega una nota di Morningstar. “Il comparto, a livello mondiale sta pagando la debolezza dei mercati emergenti che si riflette anche nelle quotazioni immobiliari di quelle zone. A questo va aggiunto, purtroppo, l’effetto terremoto in Giappone che ha pesato sui valori delle case nipponiche”.

Gli Usa aspettano la ripresa
Gli occhi degli operatori restano puntati sugli Stati Uniti. Le ultime notizie arrivate a una prima lettura non sono confortanti. Nel primo trimestre di quest’anno i prezzi delle abitazioni sono scesi del 3% rispetto al periodo precedente. Si tratta del peggior calo trimestrale dal 2008. Per il mese di marzo l’indice elaborato da S&P/Case-Shiller ha mostrato un abbassamento dei prezzi del 3,6% in venti città Usa rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. “A uno sguardo superficiale queste discese possono apparire come l’inizio di un nuovo ciclo discendente visto che da aprile 2009 fino all’estate dell’anno scorso i valori erano saliti per poi avere un andamento ondivago ma tutto sommato positivo”, continua lo studio. “In realtà, si trattava di una ripresa drogata dal fatto che gli acquirenti di prime case avevano avuto più facilità ad ottenere mutui. I rubinetti erano stati aperti dalle banche nella speranza di creare nuova domanda per il mattone. Questo ha spinto chi avrebbe acquistato comunque ad anticipare i tempi”.

I dati trimestrali, pur essendo una cattiva notizia nel breve per i venditori, potrebbero però segnalare che le cose stanno per migliorare. “E’ vero che i valori degli immobili sono scesi, ma l’attività in generale del settore sta migliorando”, continua il report. Le vendite di case nuove sono cresciute del 3,7%, mentre il Pending Home Sales Index (che misura l’andamento dei contratti di compravendita che si stanno per chiudere) è salito del 5,1% su base mensile.

L’Inghilterra viaggia a due velocità
Il mercato immobiliare del Regno Unito, intanto (che di solito anticipa di un anno e mezzo le tendenze del resto d’Europa), si sta muovendo su due strade diverse. Da una parte, secondo i dati rilasciati dalla società di brokeraggio Knight Frank, sta registrando un aumento dei prezzi (+1,4%) degli immobili di lusso che non vedeva da un anno. E’ uno degli effetti della cosiddetta Primavera araba: molte famiglie ricche di quelle aree, infatti, hanno deciso di investire nelle zone più belle (soprattutto a Londra) per mettere al sicuro una parte del patrimonio approfittando anche del calo della sterlina.

Continuano a scendere, invece, i valori degli immobili residenziali normali. Secondo i dati del Land Registry i prezzi sono scesi del 3,2% in Inghilterra e Galles mentre sono calati dello 0,8% nella zona di Londra. Colpa del calo della domanda seguito alle misure di austerità decise dal governo per far fronte alla crisi che hanno diminuito la ricchezza personale e delle restrizioni ai mutui attuate dalle banche.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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