Il Canada ha il fiato corto

Il paese nordamericano ha sempre avuto performance da emergente, Ma quest'anno ha risentito della volatilità del petrolio.

Rudy Luukko 09/12/2011 | 10:04
Facebook Twitter LinkedIn

Favorito dalla sua ricchezza di risorse naturali energetiche e minerarie, il Canada è stato tra i migliori mercati azionari negli ultimi dieci anni.

Ma il Canada ha anche attraversato un duro periodo ultimamente, tra crolli dei prezzi delle commodity e una generale sofferenza dell’economia globale. Ciò nonostante, il Canada si sta muovendo molto per far fronte a queste problematiche – in termini di stabilità finanziaria e politica – e dovrebbe essere più resistente delle altre nazioni, se la crisi dovesse continuare.

Nei primi 10 mesi dell’anno, il S&P/TSX Composite Total Return Index, che registra l’andamento ponderato delle azioni quotate sulla Borsa di Toronto, ha perso il 6,8% in dollari Usa. Non regge il confronto con una più modesta perdita del 2,7% dell’indice Msci World, e del 1,3% del S&P 500 americano.

I settori canadesi più colpiti includono quello energetico, in conseguenza del crollo dei prezzi del petrolio. Tra i più grandi e più diffusi titoli che hanno sostenuto perdite a due cifre, ci sono stati Suncor, uno dei principali produttori di petrolio nel nord dell’Alberta, e Canadian Natural Resources Ltd., attivo nell’estrazione e produzione di petrolio e gas nel Canada occidentale, nel Mare del Nord e, oltreoceano, nell’Africa Occidentale.

A trascinare verso il basso i rendimenti complessivi del mercato canadese è stato anche il piccolo settore dell’informazione tecnologica. Il principale componente del settore è il bersagliato produttore  del Blackberry, Research in Motion Ltd. In dollari canadesi, le sue azioni sono scese in picchiata del 65% in seguito al deterioramento dei guadagni e all’erosione del mercato degli smartphone.

La recente ritirata del mercato azionario canadese segue a un lungo periodo durante il quale è stato tra i migliori performer nel mondo sviluppato. Negli ultimi dieci anni, il S&P/TSX Composite ha prodotto un solido +13,7% di rendita totale in dollari Usa, mentre il Msci World Index (inclusi anche i dividendi reinvestiti) ha raggiunto solo il +5,1%.

Parlando in generale, tra i principali blocchi economici del mondo, solo i mercati emergenti – come si vede dal 17,2% di rendimento annuo del Msci Emerging Markets Index , per gli ultimi dieci anni – hanno eclissato il Canada.

Sebbene si estenda per più di 10 milioni chilometri quadrati, secondo solo all’estensione totale della Russia, il Canada è il più piccolo dei paesi G-7 in termini di popolazione con 34,1 milioni di abitanti e di Pil con circa 1.600 miliardi di dollari USA.

In termini di Pil pro-capite, tuttavia, la popolazione del Canada si dà da fare. Attualmente, l’Oecd (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) classifica il Canada nono nel mondo per il Pil pro-capite, sulla base dei prezzi costanti (anno 2005) e della parità del potere d’acquisto.

Il potere d’acquisto del dollaro canadese, pur essendo sprofondato negli ultimi mesi, negli ultimi anni ha tenuto. Dalla fine del 2008 si è fortemente apprezzato rispetto al dollaro, l’euro e la sterlina.

In contrasto con l’impennata del debito sovrano europeo che ha gravato sugli obbligazionisti con perdite di capitale, i bond del Canada hanno ottenuto una tripla A dalle agenzie di rating che ha permesso ai rendimenti di rimanere abbastanza stabili. Oggi, i Government bond canadesi a 10 anni hanno un rendimento poco superiore il 2%.

A parte l’elevato grado di affidabilità creditizia del Canada, invidiato da molti paesi, in questi giorni vi è una mancanza di entusiasmo da parte degli investitori per i mercati fixed income del Canada. Ciò è dovuto alla mancanza di rendimenti reali al netto dell’inflazione.

Il tasso di inflazione della nazione, misurato dal Consumer Price Index compilato dall’Agenzia statistiche governativa, è attualmente calcolato con un tasso annuale del 2,9% a partire dalla fine di ottobre. Questo dato supera il target rate (tasso obiettivo) del 2% imposto dalla Bank of Canada, la Banca centrale del paese, per la quale imporre un tetto massimo di inflazione è una priorità assoluta.

Il tasso di inflazione del Canada supera di gran lunga i rendimenti pagati oggi da strumenti valutari e obbligazionari, in particolare quelli con una curva di breve termine. Ciò ha lasciato gli investitori tra l’incudine e il martello. Essi, infatti, si trovano a dover scegliere tra i mercati azionari volatili da un lato e rendite minime cash e fixed income dall’altro.

Con queste condizioni di mercato, due tipi di fondi di investimento hanno guadagnato quote di mercato nel mercato retail canadese. Il primo sono gli Etf (Exchenge traded fund), dei quali il principale emittente è BlackRock (con iShares). I nuovi entrati nel settore sono i colossi PowerShares e, più recentemente, Vanguard. Le spese contenute incrementano il loro appeal in periodi di crisi come questi, in cui i rendimenti sono scarsi e l’effetto delle spese di gestione si fa sempre più visibile.

Nel frattempo, nell’ancora più grande mercato dei tradizionali fondi comuni di investimento aperti, il prodotto di punta in Canada sono i fondi bilanciati, sia nella tipologia di fondi comuni flessibili, fondi di fondi, nei programmi di asset allocation o fondi target. Essi forniscono un rifugio, in genere, per gli investitori che sono sempre più disillusi verso l’investimento in azioni, con rischi evidenti ma rendimenti incerti.

Questi stessi investitori sanno che possono avere delle perdite, anche se puntano sul sicuro e evitano le azioni. Nell’attuale situazione di bassi rendimenti, gli investitori canadesi che detengono solo valuta e strumenti a reddito fisso hanno praticamente la garanzia di perdere potere d’acquisto a causa dell’inflazione e delle tasse.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Rudy Luukko  

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures