Quattro regole per comprare (vendere) un Etf

Controllare il Nav e lo spread, impostare ordini limitati ed evitare aperture e chiusure di sedute sono i fattori per un trading di successo.

Alan Rambaldini, 22/06/2010 | 16:45
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Il mondo degli Exchange traded fund può risultare piuttosto ostico per un neofita. Esistono centinaia di differenti Etf tra cui scegliere, con diverse asset class, settori, Paesi o regioni, che posso disorientare l’investitore alle prime armi. Proponiamo, quindi, una mini-guida in quattro passi per maneggiare i replicanti.

1. Controllare il Net asset value (NAV)
L’Etf non è nient’altro che un paniere di titoli sottostanti; quindi, il suo valore è dato dalla somma delle quote, o Nav. I market maker mantengono il prezzo di mercato degli Etf in linea con il valore netto sottostante attraverso l’arbitraggio. Un ribasso del prezzo sottostante spinge i market maker a comprare azioni dell’Etf e a vendere il paniere di titoli sottostanti, mentre un balzo del prezzo li spinge a vendere quote del replicante e comprare i titoli sottostanti. L’offerta e la domanda create con questo tipo di attività muove il prezzo di mercato dell’Etf in linea col valore dei titoli replicati, permettendo così ai market maker di svolgere il trading e ottenere dei profitti.

Tuttavia, l’attività di arbitraggio non è perfetta. I market makers hanno bisogno di tempo per allinearsi. Di norma i replicanti con bassi volumi di trading presentano leggeri tracking error. Perciò, spetta all’investitore confrontare il prezzo di mercato con l’effettivo Nav, in modo da evitare di comprare a prezzi troppo alti o di vendere a prezzi troppo bassi. Normalmente, il Nav intraday, cioè una stima del valore del Nav a metà giornata, è disponibile sul sito del broker o della Borsa.

Molto raramente, il Nav di un Etf con alti volumi di trading si discosta dal prezzo di mercato. Questo capita solo in fasi di crisi, quando i prezzi dei bond o delle azioni meno liquide sono indisponibili. In questo caso, è opportuno osservare come il fondo viene scambiato durante il giorno in cui si ha intenzione di vendere o comprare. Se l’Etf presenta alti volumi di trading, il prezzo non ha avuto grossi balzi o cadute e lo spread bid-ask risulta contenuto (vedi paragrafo seguente), allora è probabile che il prezzo di mercato sia un indicatore migliore del reale valore di portafoglio rispetto al Nav. Di conseguenza, l’operazione di trading non deve destare preoccupazioni.

2. Controllare lo spread bid-ask
Il passo successivo è quello di controllare lo spread bid-ask. Più è basso più il prezzo è vicino al Nav e quindi si minimizzano i costi al momento della vendita. Lo spread bid-ask è la ragione per cui i market makers forniscono liquidità all’Etf. Siccome vendono ad un prezzo leggermente superiore a quello a cui comprerebbero, sono in grado di negoziare sia col lato dell’offerta sia della domanda e di ottenere un piccolo profitto con basso rischio.

Visto che lo spread bid-ask è di solito espresso in centesimi, i market makers guadagnano soldi attraverso i grandi volumi, eseguendo migliaia o milioni di operazioni al giorno. Di conseguenza, gli Etf più scambiati godono di uno spread inferiore di quelli meno trattati. Sfortunatamente, non esiste una regola fissa che stabilisca quando lo spread è troppo elevato: dipende dal replicante, dal suo volume di trading e dagli spread dei titoli sottostanti. Per gli Etf più popolari, come quelli che replicano l’Euro Stoxx 50, lo spread in genere si misura in centesimi, mentre per quelli meno liquidi potrebbero esserci divergenze di qualche punto percentuale. Si possono ottenere informazioni sullo spread dal proprio broker. Se è troppo alto, è sconsigliabile eseguire l’operazione. Mantenere i costi di trading bassi è un componente essenziale per investire con successo negli Etf.

3. Usare gli ordini limitati
L’ordine limitato individua il prezzo sopra il quale non si vuole comprare o sotto il quale non si vuole vendere. Perchè usare un ordine limitato e non un semplice ordine al meglio? Dopotutto, se l’Etf è scambiato al valore del Nav e lo spread bid-ask è contenuto, non dovrebbe essere un problema eseguire gli ordini ad un prezzo ragionevole. Nella maggioranza dei casi, infatti, è così, ma l’ordine limitato è un modo semplice e pratico per proteggersi da quelle circostanze che portano gli ordini al meglio ad essere eseguiti a prezzi sfavorevoli. Per esempio, un investitore può chiedere l’acquisto di 200 azioni e aspettarsi di pagare il prezzo fornito dal broker, ma se l’ordine di vendita corrispondente è di sole 50 azioni, il resto sarà eseguito in un momento successivo e magari a un prezzo superiore. Lo spread bid-ask riflette gli ordini di compravendita più vicini al prezzo di mercato, ma non indica il volume degli stessi. L’ordine limitato protegge dal pagare più di quello che si desidera (o di vendere al di sotto di una certa somma).

E’ possibile, con un po’ di fortuna, eseguire gli ordini all’interno dello spread bid-ask, minimizzando i costi di transazione. Inoltre, si può usare l’ordine limitato per ottenere benfici dai rialzi e ribassi di mercato. L’ordine limitato, infatti, abbassa la probabilità che le transazioni vengano eseguite contro un ordine al meglio. Questo è utile soprattutto nei momenti di forte volatilità.

4. Non fare trading in apertura dei mercati
Generalmente, il periodo migliore per scambiare Etf è a metà giornata, piuttosto che all’inzio o alla fine. Lo spread bid-ask tende infatti ad essere più ampio all’apertura dei mercati perchè i market maker vogliono vedere come i titoli sottostanti vengono scambiati. Anche la chiusura di seduta può risultare frenetica, specialmente in mercati volatili. Visto che molti Etf europei replicano titoli di regioni con diversi fusi orari, limitare il trading alla parte centrale della giornata permette di non sovrapporre mercati aperti con altri che non sono ancora partiti (o che hanno appena chiuso).

L’eccezione a questa regola riguarda gli Etf che replicano listini asiatici o americani. Ad esempio, se si vuole acquistare un replicante dell’S&P 500, è preferibile aspettare che le Borse Usa siano aperte, in modo da non dover “indovinare” il prezzo delle azioni sottostanti, che sarà probabilmente diverso dalla chiusura precedente.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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