Qualche spettro si aggira fra i mattoni

L'immobiliare inizia il 2010 al rallentatore. Colpa dei numeri Usa e della bolla cinese.

Marco Caprotti 28/01/2010 | 09:11
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Inizia scricchiolando il 2010 del mattone. L’indice Msci del settore immobiliare a livello mondiale nell’ultimo mese (fino al 27 gennaio e calcolato in euro) è sceso del 2,3%. Un’andatura che gli ha fatto perdere quel passo che, nel 2009, gli aveva permesso di guadagnare il 23,8% circa.

Gli spettri che da due anni spaventano gli operatori, del resto, si aggirano ancora sui mercati. In America, gli ultimi dati della National Association of Realtors (l’organismo che raccoglie i proprietari di casa) mostrano che a dicembre le compravendite di case già esistenti sono calate del 16,7%, a 5,45 milioni, mentre in media gli analisti si attendevano un calo del 9,8%. C’è poi il pericolo degli immobili ad uso commerciale. Secondo l’associazione bancaria americana, circa 1.500 miliard

i di dollari di mutui sottoscritti dagli imprenditori per acquistare magazzini e uffici, infatti, nel 2010 andranno in scadenza. Ma molti debitori hanno già fatto sapere che non saranno in grado di onorare gli impegni.

Un problema simile potrebbe vedersi in Europa. In Inghilterra (che dal punto di vista immobiliare anticipa le tendenze del resto del Vecchio continente), in base agli ultimi dati della società di ricerca Investment Property Databank (IPD), il valore degli immobili commerciali nel 2009 è sceso per il terzo anno di seguito. Più in generale, la crisi globale ha eroso il valore del mattone del 44% dai massimi toccati a metà 2007. “Questa discesa ha aiutato a riaccendere un minimo di domanda”, spiega il report di IPD. “Tuttavia, la crescita della disoccupazione e le opache previsioni di ripresa economica, rendono difficile capire quanto questo trend durerà”. Non tutti sono così pessimisti. Secondo un sondaggio condotto da Bloomberg fra gli operatori del settore immobiliare almeno per gli edifici ad uso commerciale, nel 2010 ci potrebbe essere una ripresa del 7%.

La situazione è preoccupante anche in Cina, dove gli operatori parlano di un possibile rischio bolla. In base agli ultimi dati forniti da Pechino i prezzi del real estate a dicembre hanno toccato il livello massimo degli ultimi 18 mesi. Merito, ha spiegato il governo dei piani di ripresa economica varati nei mesi scorsi dal Paese del Drago.

Per Ardo Hansson, capo economista della Banca mondiale responsabile per la Cina, la ripresa dei prezzi è dovuto quasi esclusivamente a manovre speculative che, nel giro di qualche mese, potrebbero portare a una situazione di crisi. Soprattutto, aggiunge, se dovessero verificarsi degli intoppi nella crescita economica del Paese. Se questa eventualità si verificasse, dice ancora la World Bank, ci sarebbero effetti pesanti anche nei comparti delle materie prime, fondamentali per la crescita del mattone.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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