Il mare dei bond è burrascoso

Gli investitori entrano ed escono dai porti sicuri verso emergenti e high yield. Ma accendere e spegnere il rischio non è una buona strategia.

Sara Silano 07/06/2012 | 14:36
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Mare mosso, molto mosso. Il bollettino per i naviganti sui mercati obbligazionari indica da tempo forti onde che talvolta si alzano verso i titoli più redditizi (e rischiosi) e talvolta si abbassano per finire nei porti più sicuri dei Bund tedeschi e dei Treasury americani. Il risultato è una forte volatilità, a cui il reddito fisso non era abituato fino a qualche anno fa. 

Quale rischio
“Nel primo trimestre, gli investitori hanno preferito il rischio-credito al rischio-tassi”, spiega Eric Jacobson, responsabile della ricerca obbligazionaria di Morningstar. In pratica, hanno scelto i titoli dei mercati emergenti, i corporate bond e gli high yield (alto rendimento) a discapito di quelli governativi. Nell’attuale situazione dei mercati, l’esposizione alle due tipologie di rischi ha assunto nuovi connotati, perché si è ristretto l’universo degli strumenti risk-free, a causa della crisi del debito sovrano in Europa. Inoltre, le banche centrali dei paesi occidentali perseguono da tempo una politica di tassi bassi e hanno lasciato intendere che continueranno a farlo. 

Gli investitori sono consapevoli del fatto che i rendimenti dei titoli “sicuri” sono a livelli eccessivamente bassi. Ma ogni volta che la crisi europea torna ad acuirsi, è forte la spinta verso i Bund. Questi ultimi, la settimana scorsa, hanno toccato nuovi minimi, sull’incertezza legata alla situazione politica greca e al sistema bancario spagnolo.

Attrazione alto rendimento
L’analisi dei flussi, realizzata da Morningstar, mostra che, in Europa, dall’inizio dell’anno, le categorie obbligazionarie che hanno raccolto di più sono state quelle sui corporate bond in euro (+6,2 miliardi), gli high yield in dollari (+5) e gli emergenti (+2,7).

“I bilanci delle aziende sono diventati molto solidi”, spiega Jacobson. “Le società hanno aumentato la liquidità e molti bond sono quotati a prezzi eccessivamente bassi”. Per quanto riguarda gli emergenti, oltre al già noto fattore della miglior situazione debitoria, un altro elemento di forza è rappresentato dalla domanda. Questi titoli, infatti, stanno entrando anche nei portafogli dei fondi che non sono specializzati negli emerging market.

Il momento giusto non esiste
La strategia adottata da molti investitori obbligazionari che consiste nell’accendere e spegnere il rischio (risk on, risk off) frequentemente ha generato molta volatilità sul mercato e non è, per l’analista di Morningstar, un buon modo per gestire il portafoglio. “Puoi uscire quando vuoi da un titolo, ma è praticamente impossibile rientrare al momento giusto”, dice. “Meglio ricercare un buon fund manager, che abbia un processo di investimento ben strutturato e consolidato nel tempo, e lasciare a lui le decisioni”.

Un’altra considerazione riguarda il livello di rischio. Comprare emergenti o high yield permette di ottenere potenzialmente un rendimento maggiore rispetto ai titoli di stato cosiddetti risk-free, ma espone a eventi che possono determinare forti perdite. E’ vero, ad esempio, che i paesi emergenti sono più solidi finanziariamente, ma alcune aree soffrono di instabilità sociale o politica. Così come la storia degli high yield insegna che sono soggetti a crisi di liquidità. Più che entrare ed uscire dai porti sicuri, meglio prendere il largo, rimanendo comunque ancorati alla terraferma.

Per saperne di più sulle politiche monetarie delle banche centrali, leggi Morningstar Investor.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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