Nessuno aveva nostalgia dei rating

Il taglio del giudizio sulla Spagna da parte di S&P porta nuova incertezza sui mercati. Gli operatori ora temono le mosse di Moody's.

Marco Caprotti 27/04/2012 | 16:10
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C’è troppa incertezza sui mercati azionari e gli operatori preferiscono avere un po’ di obbligazioni in portafoglio. L’indice BarCap del settore nell’ultimo mese (fino al 26 aprile e calcolato in euro) ha guadagnato l’1,8%, mentre da inizio anno la performance è di poco sotto quota zero.

Il periodo di confusione è stato sottolineato dal ritorno sulla scena delle agenzie di rating. L’elemento più rilevante delle ultime settimane è stata la decisione di Standard & Poor's di tagliare il merito di credito della Spagna a BBB+ dal precedente A, con prospettive negative. Alla base della decisione c’è un significativo rischio per la crescita e l'andamento del bilancio. “Vediamo una probabilità crescente che il governo spagnolo debba fornire ulteriori aiuti al settore bancario”, spiega la nota che ha accompagnato la comunicazione del taglio. “Crediamo che vi siano rischi aumentati che il debito netto del settore statale possa salire ulteriormente”.

Le fatiche della Spagna
Certo, non ci voleva S&P per costringere i mercati ad accorgersi di Madrid. A inizio aprile, la prima asta dei titoli di stato iberici dopo il piano di austerity che prevede un taglio alle spese di 27 miliardi di euro, è stata deludente. Madrid ha collocato bond con scadenza 2015, 2016 e 2020 solo per 2,59 miliardi di euro, il minimo importo previsto contro un massimo di 3,5 miliardi, registrando un calo della domanda e tassi in rialzo. Per i titoli 2015 il rendimento medio è salito al 2,89% dal 2,44% del 15 marzo, con un rapporto domanda e offerta in calo.

E’ andata meglio il 19 di aprile, quando il Tesoro spagnolo ha fatto il pieno nell’asta di titoli a 10 e due anni, collocando complessivamente 2,54 miliardi di bond contro un target massimo di 2,5 miliardi. I rendimenti sul titolo decennale sono risultati in lieve rialzo al 5,743% dal 5,403% di gennaio. I tassi sul titolo a due anni si sono attestati al 3,463%. La domanda per i bonos a dieci anni è stata pari a 2,42 volte l’importo offerto, in rialzo da 2,17 dell’emissione precedente.

Moody’s fa capolino
Nel frattempo gli operatori attendono le decisioni di Moody’s. L’altra grande agenzia americana di rating a inizio febbraio aveva annunciato una revisione dei rating sulle banche europee. Nei giorni scorsi ha poi precisato che le nuove analisi sarebbero state pronte per maggio. “Ci aspettiamo che Moody’s abbassi il giudizio su questi istituti di credito di uno o più gradini”, spiega una nota di Dave Sekera, analista obbligazionario di Morningstar. “Queste decisioni potrebbero tradursi in un generale aumento dei costi di rifinanziamento da parte di stati e imprese. Un’eventualità che, alla lunga, renderebbe vani i tentativi della Bce di immettere liquidità nel sistema finanziario”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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