“Per il sistema sanitario Usa si sta avvicinando il momento della verità”, dice uno studio firmato da Bill Buhr, analista di Morningstar. “Il dibattito sulla riforma ha dimostrato quanto sia difficile mettere d’accordo 535 congressman su una question
e di rilevanza nazionale, anche quando un partito ha la netta maggioranza in parlamento”. Ora la questione deve passare in maniera definitiva al Senato il cui voto è atteso nelle prossime settimane. Gli operatori, intanto stanno facendo i conti su quanto potrebbero guadagnarci o perderci le società del settore.
Resta poi la questione della spesa sanitaria delle famiglie. E qui il discorso varca i confini americani per diventare globale. “Nei momenti di crisi le persone, solitamente, non rinunciano a curarsi”, dice l’analista di Morningstar. “Durante questa recessione, invece, sono stati effettuati tagli anche alle spese sulla salute. Se si considerano le diverse fasi economiche degli ultimi 100 anni, è la prima volta che accade. Colpa, soprattutto, dell’elevato tasso di disoccupazione che si è registrato a livello mondiale che ha spinto gli individui a risparmiare anche nelle cure mediche”.
A movimentare il mercato ci hanno pensato le operazioni di fusione e acquisizione che sono state portate a termine nei mesi scorsi. Come l’acquisto da parte di Pfizer di Wyeth (un deal da 68 miliardi di dollari) o l’offerta da 41 miliardi di Merck per Schering-Plough. O ancora, i 47 miliardi spesi da Roche per diventare proprietaria di Genentech. A queste, vanno aggiunte una serie di operazioni minori come quella di Express Scripts su un ramo d’azienda di WellPoint (4,7 miliardi).
La domanda, a questo punto, è se questa ondata di M&A continuerà anche nel 2010. “Molte aziende hanno in cassa una buona dose di liquidità”, risponde Buhr. “Soprattutto i produttori di medicinali. Per questo riteniamo che l’attività di acquisizione l’anno prossimo possa accelerare. Anche perché la situazione macroeconomica si dovrebbe stabilizzare, mentre le società avranno ancora bisogno di crescere per arrivare a una razionalizzazione dei costi. Il tutto in un contesto di minore volatilità delle Borse”.
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