Calcio, la Borsa non è per i grandi club

L’analisi condotta da Morningstar sulle società sportive quotate rivela che i migliori rendimenti sono nelle squadre di campionati minori. Alta la volatilità dei titoli. Nel breve periodo contano i risultati delle partite; nel lungo i bilanci.

Francesco Lavecchia 27/10/2015 | 12:23
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La Champions del rendimento la vincono gli outsider. Uno studio condotto dagli analisi di Morningstar sulle 23 squadre di calcio quotate in Borsa mostra come le cenerentole d’Europa siano le più virtuose, mentre i top team non sono altrettanto performanti sui listini azionari.    

Il paniere preso in considerazione è composto da tre team portoghesi (Sporting Clube De Portugal-Futebol, Sport Lisboa e Benfica-Futebol e Futebol Clube do Porto), quattro turchi (Trabzonspor, Galatasaray, Besiktas, Fenerbahce)  tre italiani (Juventus, Lazio e Roma) e due britannici (Celtic e Manchester United). Nutrita è la rappresentanza dei paesi del nord Europa, con Ayax e le danesi Silkeborg IF Invest, Aalborg, PARKEN Sport & Entertainment A/S, Brondby e Aarhus Elite A/S. In Francia e Germania le uniche società quotate sono rispettivamente l’Olympique Lyonnais e il Borussia Dortmund. L’est Europa è invece rappresentata dai polacchi del Ruch Chorzow.

Uno sguardo ai rendimenti
Il primo dato che stupisce è che in cima alla classifica dei rendimenti ci sono le società dei campionati minori. A comandare sono le portoghesi: Sporting Clube De Portugal-Futebol e Sporting Lisbona e Benfica hanno realizzato una performance a tre anni annualizzata (in euro e al 23 ottobre) rispettivamente pari al 37,10% e al 32,17%, mentre ai piedi del podio, dietro gli scozzesi del Celtic (+30,41%), c’è la terza squadra lusitana del Futebol Clube de Porto (Porto) che ha fatto segnare +24,36%. In coda le società danesi e turche che negli ultimi tre anni hanno registrato passivi compresi tra il 26% al 40%.

Tra le italiane vince la Roma. La squadra giallorossa ha visto aumentare la sua capitalizzazione di mercato del 21%, mentre la Juventus, nonostante la vittoria degli ultimi quattro campionati di Serie A, si è fermata a +6,21%. La Lazio ha chiuso in coda a +3,03%.

 

 

Guardando alla standard deviation, si nota come la volatilità media dei titoli del comparto sia molto alta (54,87%). I titoli sono soggetti a forti fluttuazioni poiché risentono dei risultati calcistici nel corso della stagione regolare e delle voci di mercato durante la campagna trasferimenti dei calciatori. Tuttavia ci sono delle eccezioni. Borussia Dortmund, Celtic e Manchester United hanno una standard deviation (calcolata sui rendimenti mensili degli ultimi tre anni, in euro e a fine settembre) di poco superiore al 20%, mentre le azione dell’Ajax hanno il più basso grado di dispersione (+14,26%).

I numeri premiano le portoghesi
Confrontando le performance di mercato con i dati di bilancio possiamo dire che, per quanto sia vero che i titoli delle società calcistiche risentano nel breve periodo delle prestazioni sul campo, nel lungo termine il loro andamento può essere spiegato dai conti societari. Sporting Clube De Portugal-Futebol, Benfica e Futebol Clube do Porto, tre delle prime quattro società per performance di mercato, sono le stesse che hanno realizzato un progresso medio del fatturato (negli ultimi tre anni) compreso tra il 7% e il 14% e un significativo miglioramento degli utili. Le turche Besiktas, Galatasaray e Fenerbahce hanno invece pagato in Borsa una crescita poco sostenibile. I ricavi, infatti, sono aumentati a fronte di un significativo allargamento delle perdite.

La freddezza dei numeri, però, non vale per tutti. La Roma ha realizzato una performance superiore a quella della Juventus nonostante la “Signora” abbia vinto sul fronte delle entrate (18% contro 15% il tasso medio degli ultimi tre anni) e sia riuscita progressivamente a migliorare il risultato d’esercizio realizzando nel 2015 un utile di bilancio di due milioni di euro (mentre i capitolini hanno chiuso con un passivo di 41 milioni). Il Celtic, invece, nonostante negli ultimi due anni abbia sofferto una contrazione media del fatturato del 17% e abbia messo a bilancio una perdita superiore ai quattro milioni di euro, negli ultimi 12 mesi ha comunque guadagnato in Borsa il 7,57%.

 

 

Anche a causa delle recenti turbolenze del mercato (che hanno pesato sul rendimento medio dei titoli), le stock del comparto sono scambiate a prezzi convenienti rispetto alle nostre valutazioni (che si basano sulla metodologia Morningstar del rating quantitativo, che ricava l’obiettivo di prezzo, i giudizi sul posizionamento settoriale dell’azienda e sulla volatilità dall’utilizzo di un modello statistico). L’unico titolo sopravvalutato è il Manchester United (+27,92% negli ultimi 12 mesi), mentre tutti gli altri viaggiano su valori in linea o inferiori al nostro prezzo obiettivo. 

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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