Etp, i migliori e i peggiori del semestre

Nella prima parte dell’anno hanno brillato i mercati asiatici e la Russia, così come le energie alternative e le mid cap italiane. Profondo rosso per le materie prime.

Valerio Baselli 27/07/2015 | 10:06
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Quella degli Exchange traded products (Etp – acronimo che racchiude Etf, Etc ed Etn) sembra ormai una corsa inarrestabile, fatta di record raggiunti e subito dopo battuti. L’ultimo in ordine di tempo riguarda la miglior raccolta netta semestrale mai registrata: da gennaio a giugno 2015, gli Etp mondiali hanno incassato 146,1 miliardi di dollari (clicca qui per approfondire).

Gli Etp vengono sempre più utilizzati, anche dai gestori professionisti, come strumenti per posizioni tattiche di breve periodo, perciò i rendimenti riflettono fedelmente quello che viene definito come il sentiment degli investitori. Secondo i dati Morningstar, nel primo semestre dell’anno, tra il miglior Etp (in termini di rendimento) e il peggiore ci sono circa 75 punti percentuali (prendendo in considerazione quelli quotati su Borsa Italiana ed escludendo i replicanti strutturati, cioè a leva o short). Prova questa del peso che ha la scelta del prodotto giusto.

I promossi
Dando uno sguardo alla tabella sottostante, salta all’occhio che nella top ten dei migliori il podio parla solo cinese. Se infatti il Dragone è stato sotto i riflettori per il crollo del mercato azionario domestico (più forte a Shangai che a Hong Kong), non bisogna dimenticare che i mesi precedenti sono stati segnati da un rally eccezionale (clicca qui per leggere). Tra i promossi troviamo anche il Giappone e due replicanti dedicati al mercato russo, sempre in preda all’incertezza politica, ma in ripresa rispetto al crollo dell’anno scorso. Chiude infine uno strumento esposto alle società italiane a media capitalizzazione.

E i bocciati
Tra quelli che sono andati peggio, si conferma ancora una volta un investimento alternativo come le terre rare, una delle poche asset class a essere sempre presente nella top ten dei peggiori. Per il resto, a farla da padrone (si fa per dire) sono le materie prime: da quelle agricole, ai metalli industriali, al gas naturale. In un semestre che ha visto il dollaro rafforzarsi contro l’euro, inoltre, la copertura al rischio di cambio ha contribuito ad aggravare le perdite.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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