I risultati dell’ultimo trimestre hanno spinto le azioni Brembo a ridosso dei massimi storici (29,60 euro), ma ora il titolo del gruppo italiano è scambiato a prezzi più alti rispetto al nostro fair value che è pari a 25,78 euro (la valutazione si basa sulla metodologia Morningstar del rating quantitativo, che ricava l’obiettivo di prezzo, i giudizi sul posizionamento settoriale dell’azienda e sulla volatilità dall’utilizzo di un modello statistico). I conti dei primi nove mesi dell’anno hanno riportato una crescita del fatturato del 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Merito del consolidamento della ripresa del mercato auto che, con un peso del 70% sul fatturato complessivo, costituisce il business di riferimento per l’azienda italiana che produce sistemi frenanti anche per veicoli commerciali e motocicli.
La ripresa dell'auto spinge il fatturato
In Germania e Stati Uniti (che insieme rappresentano il 50% del giro d’affari complessivo) le vendite di autovetture sono salite rispettivamente del 4,1% e del 7,8% rispettivamente rispetto al terzo trimestre del 2013. A conferma del consolidamento della ripresa del mercato delle quattro ruote nel Vecchio continente ci sono anche i dati dei paesi periferici dell’area euro come Italia (+4,1%) e Spagna (+16%). Sui mercati emergenti, invece, la Cina ha fatto segnare un +4,9% e la Russia +23,1%.
Il positivo risultato delle vendite, che hanno superato quota 438 milioni di euro, ha trainato al rialzo anche i margini di profitto nonostante la significativa crescita dei costi del personale . Il margine lordo ha registrato un’espansione pari a 140 punti base (dal 13,1% del 2013 al 14,5%), mentre il margine operativo è salito di 150 pb a quota 8,9%. L’elevata redditività del capitale e la presenza sul mercato globale evidenziano nel caso di Brembo l’esistenza di una posizione di vantaggio all’interno del settore (Economic Moat).
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