Giovani investitori, niente paura

Nel pianificare il proprio futuro finanziario e la propria pensione, un trentenne non può e non deve ragionare come un cinquantenne. I giovani dovrebbero puntare sulle asset class più rischiose, come le azioni.

Valerio Baselli 17/09/2013 | 10:40
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Il termine rischio incute sempre un po’ di timore. Tuttavia, occorre ricordare che in finanza questo termine fa rima con opportunità. Inoltre, il peso specifico dei rischi che inevitabilmente si assumono quando si investono i propri risparmi cambia notevolmente in base all’orizzonte temporale che si ha a disposizione. Perciò, in un’ottica di investimento previdenziale, un trentenne non può e non deve ragionare come un cinquantenne.

Più si è giovani, più si dovrebbe rischiare
“Gli investitori più giovani dovrebbero trarre vantaggio dai benefici che le asset class aggressive possono dare nel lungo periodo, in particolare le azioni, proprio perché non avranno bisogno di attingere ai propri risparmi per molto tempo”, commenta Christine Benz, responsabile della sezione di finanza personale di Morningstar. Ad esempio, secondo gli analisti di Ibbotson (società del gruppo Morningstar), i lavoratori sotto i trent’anni dovrebbero allocare tra l’80 e il 90% del proprio portafoglio previdenziale in azioni. L’idea di base è quella di rimodulare la propria asset allocation periodicamente, man mano che si invecchia, diminuendo gradualmente il proprio livello di rischio. Così, se si comincia con un portafoglio al 90% azionario e al 10% obbligazionario quando si ha meno di 30 anni, si potrebbe passare a 75 -25% verso i 40, al 50-50% verso il mezzo secolo e al 25-75% durante gli ultimi anni di vita lavorativa, in modo da evitare grosse perdite nel caso di una correzione improvvisa dei mercati. (Per vedere la tabella dei Morningstar Lifetime Allocation Indexes, clicca qui).

Small-cap e titoli globali per cominciare
“È importante anche essere a conoscenza di quale asset class può offrire le migliori opportunità”, prosegue Benz. “Ad esempio, all’interno della categoria azionaria, si trovano diversi studi accademici che dimostrano che sul lungo periodo i titoli a bassa capitalizzazione performano meglio rispetto a quelli ad alta capitalizzazione. Perciò, il mio consiglio per i giovani è di dedicare una buona parte della propria scelta ai titoli small-cap”.

Gli analisti di Ibbotson suggeriscono ai giovani anche di puntare su azioni globali, al contrario di quello che dovrebbe fare chi si avvicina alla pensione. Il motivo sta nel fatto che  è meglio non correre il rischio di non avere il tempo per poter recuperare da eventuali grosse fluttuazioni valutarie; perciò, negli ultimi anni di carriera, è più saggio restare esposti alla propria valuta.

Niente paura
Dopo un decennio che ha visto tre crisi finanziare globali, i giovani investitori sono spesso avversi al rischio. “Alcuni studi hanno dimostrato come una buona fetta degli investitori under-30 sono troppo esposti a liquidità e bond”, continua Benz. “Questo limita il rendimento potenziale di un portafoglio, aumentando il cosiddetto costo-opportunità (quello che potresti fare e che non fai ndr), senza contare la vulnerabilità verso l’inflazione: il rendimento rischia di essere pareggiato o addirittura superato dall’aumento del costo della vita”.

I dati supportano questi tesi. “Secondo una nostra analisi, se avessimo investito 10 mila dollari nel 1992 in un portafoglio al 100% azionario globale, nel 2012 avremmo avuto 50 mila dollari, nonostante le crisi degli ultimi anni. Se avessimo investito la stessa somma in un portafoglio bilanciato, avremmo ottenuto dopo vent’anni anni 43 mila dollari, contro i 32 mila che avremmo incassato con un portafoglio completamente obbligazionario”.

Prodotti lifecycle
In Italia, nella maggior parte dei casi, investire in ottica previdenziale significa entrare in un fondo pensione, che sia aperto o negoziale. Da qualche anno è possibile acquistare prodotti che seguono questa filosofia d’investimento: i fondi di tipo lifecycle, ovvero modelli che rimodulano automaticamente nel tempo le varie componenti di attivo in base all'orizzonte temporale, partendo con un allocazione aggressiva e diminuendo progressivamente la parte azionaria, fino ad arrivare a scadenza con il portafoglio investito quasi totalmente sul mercato monetario e obbligazionario.  

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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