Gli Usa segnano il passo

I dati congiunturali indicano che la ripresa sta attversando un momento di fiacca. Ma le previsioni di crescita vengono confermate.

Marco Caprotti 27/05/2011 | 12:28
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Gli Stati Uniti sono entrati in una fase di rallentamento. Lo dice la Borsa e lo confermano le ultime notizie macroeconomiche. L’indice Msci North America nell’ultimo mese (fino al 26 maggio e calcolato in dollari) ha perso l’1,8%. La performance da inizio anno, tuttavia, resta positiva per il 5,4%.

I dati congiunturali usciti nelle ultime settimane, del resto, indicano che la ripresa degli Usa sta attraversando una fase di bonaccia. Le ultime notizie dicono che il Pil americano è avanzato nell’ultimo trimestre dell’1,8%, meno di quanto previsto dagli analisti. Un altro dato macro negativo è l’inaspettato aumento delle domande di disoccupazione registrato nella settimana fra il 16 e il 21 maggio. Questo, secondo gli operatori, mostra come la ripresa dell’occupazione richieda molto più tempo rispetto alla crescita del prodotto interno lordo che ormai da qualche tempo segue un trend crescente seppur rallentato.

Il ciclo economico rallenta
Il comparto immobiliare (quello da cui è partita la crisi del 2007) continua ad essere un osservato speciale. I numeri relativi ad aprile dicono che la vendita di case esistenti sono scese dello 0,8% rispetto al mese precedente. Per gli operatori non è una notizia catastrofica, ma indica comunque la difficoltà delle famiglie nell’ottenere mutui. Il dato, secondo l’opinione degli esperti, indica anche che la ripresa del mattone non si vede ancora.  

Anche l’attività manifatturiera sembra essere entrata in una fase di stanca. Gli indici delle regioni di New York e Philadephia (considerate fra le zone più importanti) sono passati, rispettivamente, da 22 a 12 e da 18,5 a 3,9. Chi vede il bicchiere mezzo pieno sottolinea che i due indicatori sono comunque in territorio positivo. Da segnalare invece che l’indice dei leading indicators (che raccoglie diversi indici sul ciclo economico) ad aprile ha fatto vedere il segno meno per la prima volta da metà 2010.

Si vedrà ancora la ripresa?
Nonostante questo scenario, gli operatori restano ottimisti sul futuro immediato degli Stati Uniti. “Molti dati sono stati peggiori di quello che la gente sperava”, spiega Bob Johnson, economista di Morningstar. “E probabilmente ci dovremo aspettare ancora qualche settimana di debolezza. Il comparto auto, per esempio, pagherà la mancata fornitura di pezzi di ricambio dal Giappone. Questo, a sua volta, inciderà sul risultato degli indici manifatturieri ma non sulla richiesta di automobili da parte delle famiglie”.

L’ottimismo sulla ripresa Usa passa proprio dal fronte dei consumi. I dati dagli shopping center mostrano che le spese personali sono cresciute del 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso nonostante l’aumento del prezzo della benzina e alcune situazioni di maltempo. Due elementi che a volte convincono le famiglie a non fare shopping. Ma il nodo cruciale resta quello dell’occupazione. “E’ vero che gli ultimi dati sono stati deludenti”, dice Johnson. “Ma il Pil, nonostante alcune fasi di rallentamento, sta continuando comunque a migliorare. Io continuo a confermare la mia previsione di un aumento degli occupati di 200-250mila unità al mese nel 2011, a fronte di un Pil che dovrebbe crescere del 3-3,5%”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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