Etf, in Italia dal 2002

Nel 2009 i contratti sono stati 2,46 milioni, un primato europeo.

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Etf è l’acronimo di “Exchange Traded Fund”, termine con il quale si identifica una particolare tipologia di fondo d’investimento o Sicav che ha due principali caratteristiche: è negoziato in Borsa come un’azione e ha come unico obiettivo d’investimento quello di replicare l’indice al quale si riferisce (benchmark) attraverso una gestione totalmente passiva. Esso consente, in tempo reale, di prendere posizione su un intero indice con un’unica operazione di acquisto o vendita.

Gli Etf sono strumenti estremamente efficienti, non a caso utilizzati prevalentemente da investitori istituzionali per molto tempo prima che diventassero accessibili anche agli investitori privati.

Oltre all’efficienza, un’altra caratteristica che li rende molto apprezzati è la trasparenza: ogni giorno è disponibile il loro Net asset value (Nav) e la composizione dell’indice cui fanno riferimento. Un Indicative Nav è poi sempre disponibile in tempo reale.

Inoltre, la liquidità sul mercato di Borsa Italiana è assicurata dalla presenza di uno specialist, con obblighi di quotazione in continua, e i dividendi che l’Etf incassa a fronte delle azioni detenute nel proprio patrimonio possono essere distribuiti periodicamente agli investitori o capitalizzati stabilmente nel patrimonio.

Da un punto di vista giuridico gli Etf sono dei fondi comuni d’investimento o delle Sicav al pari dei tradizionali fondi distribuiti tramite gli sportelli bancari e le reti di promotori. La normativa europea cui fanno riferimento è la Ucits III, che è universalmente riconosciuta come il presidio normativo fondamentale a tutela di tutti gli investitori in fondi. E sul mercato ETFplus di Borsa Italiana, ad essi dedicato, sono quotati esclusivamente strumenti conformi a tale direttiva, mentre questa circostanza non è garantita presso altri mercati europei.

Una crescita esponenziale
In Italia il mercato degli Etf è nato nel settembre 2002, con la quotazione dei primi tre strumenti. Oggi ETFPlus, il mercato di Borsa Italiana ad essi dedicato, che accoglie anche la negoziazione degli Etc (Exchange traded commodities), conta circa 350 Etf quotati.

La crescita negli ultimi anni è stata continua e incrementale, come mostra un rapido confronto con l’anno 2003: in quell’anno furono scambiati, complessivamente, 54.219 contratti per un controvalore di 1,4 miliardi di euro. Nel corso del 2009 sono stati registrati 2.460.791 contratti per un controvalore di 54,458 miliardi di euro. Va poi ricordato che, secondo le statistiche della FESE (Federation of European Securities Exchanges), Borsa Italiana nel 2009 ha mantenuto stabilmente il primato in Europa per contratti scambiati sui sistemi telematici davanti a Euronext (1.837.880) e a Deutsche Borse (1.502.988).

Dall'Etf sul Ftse Mib agli strutturati
Ripercorrendo le principali tappe che hanno caratterizzato la storia dello sviluppo e della diversificazione di questi strumenti e del loro mercato in Italia, ricordiamo sicuramente il lancio del primo Etf sull’indice principale di Borsa, il Ftse Mib, avvenuta nel novembre 2003. Nel corso del 2004 il mercato si è arricchito dei replicanti su indici obbligazionari mentre il primo Etf su mercati emergenti è arrivato a novembre 2005. Risale a marzo 2007 un primo importante traguardo: è stata cioè raggiunta e superata la soglia dei 100 strumenti quotati. Ma da allora ad oggi, c’è stato un vero e proprio boom. Tra maggio e luglio del 2007 abbiamo quotato i primi Etf strutturati e nel mese di settembre dello stesso anno quelli su indici Fondamentali. Ad ottobre 2007, infine, sono arrivati sul mercato i cosiddetti “EONIA”.

A partire da febbraio 2008 il mercato si è poi ulteriormente arricchito di Etf strutturati semi-attivi su Ftse Mib e dal luglio 2008 di Etf su indici di credito. Il mercato è cresciuto così rapidamente che a febbraio dello scorso anno è stata addirittura raggiunta e superata la cifra dei 300 strumenti quotati: un chiaro segno della ricchezza dell’offerta di Borsa Italiana e del successo che continuano a riscontrare presso tutte le categorie di investito.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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