Bond, si fa il pieno in attesa del 2010

Gli investitori preferiscono chiudere l'anno mettendo in portafoglio i governativi.

Marco Caprotti 14/12/2009 | 14:05
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Alle prese con la necessità di rifornirsi di denaro fresco per far fronte alla crisi, gli Stati Uniti continuano a lanciare obbligazioni sul mercato. Le ultime aste di Tbond, per un totale di 74 miliardi di dollari secondo le indicazioni degli operatori andranno a ruba e le attese stanno contribuendo a mantenere tonico il prezzo. Nell’ultimo mese l’indice Citi WGBI ha guadagnato quasi il 2%.

Le richieste per le ultime emissioni sono superiori di tre volte l’offerta. Segno, sottolineano gli analisti, che gli investitori, in vista della chiusura dei libri in concomitanza con la fine dell’anno e con tutte le incognite che presenta il 2010, preferiscono orientarsi su investimenti considerati storicamente sicuri. La novità è che le nuove obbligazioni sono particolarmente apprezzate da

gli hedge fund. “Anche gli scommettitori, ogni tanto devono smettere di giocare per contare le loro vincite”, spiega una nota di Morningstar.

“Il rischio di questa manovra risiede nella possibilità di un rialzo dei tassi Usa che schiaccerebbe i bond con scadenze a breve termine”. A rassicurare gli investitori da questo punto di vista ci ha pensato il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke. Nelle settimane scorse ha ripetuto più volte che l’economia del Paese sta attraversando un periodo di forti alti e bassi e per questo motivo il costo del denaro resterà basso “per un lungo periodo di tempo”.

Anche nel Vecchio continente le aste obbligazionarie stanno andando particolarmente bene. In questo caso, spiegano gli analisti, si va alla ricerca di asset più sicuri in attesa degli eventi dell’anno prossimo. “La crisi della Grecia sta togliendo gli investimenti dai Paesi emergenti per portarli sui bond di Eurolandia”, spiega una nota firmata da Carl Weinberg, capo economista della società di analisi High Frequency. “Piacciono soprattutto le obbligazioni di Francia e Germania, i cui rendimenti stanno scendendo.

Adesso, molto dipenderà dalle prossime notizie macroeconomiche sulla regione”. Se dovessero essere migliori delle attese, infatti, agli operatori potrebbe tornare un po’ di appetito per il rischio.

Ma l’attenzione degli investitori è rivolta anche a quello che succede nell’Emirato arabo di Dubai che, un paio di settimane fa, è arrivato a un passo dal collasso dopo aver chiesto di ritardare all’anno prossimo le emissioni che aveva in scadenza. Una notizia che ha scosso i mercati e che ha buttato un’ombra sinistra su alcuni istituti di credito inglesi, fortemente esposti sul settore immobiliare dell’area.

Le ultime notizie in arrivo dal Golfo parlano di un intervento da 10 miliardi di dollari da parte di Abu Dhabi. Una parte del denaro verrà utilizzato per rimborsare gli obbligazionisti, mentre il resto servirà a calmare i fornitori e i contractor dei faraonici progetti di real estate almeno fino a quando non sarà raggiunto un accordo con tutti i creditori.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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