Piazza Affari, basterà il taglio dei tassi?

Le Banche centrali riducono il costo del denaro per dare fiato all’economia mondiale e risollevare i mercati dalla crisi. Pesantemente colpita anche la Borsa milanese, che arretra del 18% in un solo mese. Cosa può fare chi ha prodotti specializzati sul listino tricolore.

Maria Grazia Briganti 08/10/2008 | 14:56
Facebook Twitter LinkedIn
E’ panico quello che sta imperversando sui mercati finanziari nelle ultime sedute. Per questo motivo le principali Banche centrali hanno deciso di concerto di tagliare i tassi di interesse di mezzo punto percentuale, nel tentativo di arginare la tempesta finanziaria che ha annullato quattro anni di crescita dei listini, portandoli sui livelli del 2003.

Non fa eccezione Piazza Affari che si sta dimostrando più debole e in difficoltà delle altre piazze europee. Il tallone di Achille del listino italiano si chiama settore bancario.

Il comparto, che tradizionalmente ha reso la Borsa domestica tra le meno volatili e più difensive in Eu

ropa, sotto i colpi della bufera internazionale è diventato un boomerang per la stabilità e la capitalizzazione degli indici milanesi.

L’S&P/Mib viaggia abbondantemente sotto i 23.00 punti e ha raggiunto il livello minimo storico dalla data della sua istituzione, quando nel 2004, aveva iniziato le contrattazioni a quota 24.000 punti. Nel corso dell’ultimo mese ha perso oltre il 18% e da inizio anno ha ceduto il 44% del suo valore (dati alla chiusura di martedì 7 ottobre).

Non c’è settore che sia in grado di resistere alle vendite. Nell’occhio del ciclone, naturalmente, banche e assicurazioni. L’indice settoriale di Borsa Italiana perde il 13,5% in un mese e oltre il 45% nell’anno. Nel mirino di chi alleggerisce le proprie posizioni sul comparto e le trasforma in liquidità, è soprattutto il titolo Unicredito, l’istituto italiano più ramificato all’estero, che maggiormente ha pagato in Borsa la sua esposizione ai mercati internazionali e che ha sottovalutato, come ha avuto modo di ammettere l’amministratore delegato Alessandro Profumo, l’aggravarsi della crisi anche in seguito al fallimento di Lehman Brothers.

Il Consiglio di Amministrazione della banca ha deliberato un aumento di capitale, una manovra di 6,6 miliardi di euro che rinforza i cosiddetti capital ratios, i rapporti capitale/asset rischiosi, ufficialmente utilizzati per monitorare la salute e la solvibilità delle banche. Con questa iniziativa, la banca risulta oggi tra le più capitalizzate e forti nel panorama italiano, ma questo non basta per ridare fiducia al mercato.

Il calo del prezzo del petrolio sta penalizzando anche i titoli energetici (-17,5% l’indice settoriale a un mese), mentre il comparto immobiliare cede in un mese un quarto del suo valore. Come è facile intuire, lo spettro del rallentamento economico internazionale ha fatto impallidire il settore del lusso, con le società che producono ed esportano abbigliamento e accessori, in calo di quasi il 50% nell’ultimo mese.

I risparmiatori sono giustamente disorientati e impauriti. Il mercato azionario non è un posto tranquillo dove tenere i propri risparmi e le richieste di consigli e spiegazioni giunte in questi giorni in redazione testimoniano che la tensione è alta e la paura regna sovrana.

Possiamo confermare che i fondi restano uno strumento sicuro, per quanto riguarda la garanzia del capitale, che mette al riparo gli asset delle società di gestione da eventuali fallimenti delle banche cui appartengono. Resta ovviamente il problema, non trascurabile, delle ingenti perdite registrate dagli asset. I prodotti specializzati sul mercato italiano stanno perdendo in media il 13% nell’ultimo mese, meno di quanto abbia ceduto l’indice. I gestori stanno cercando di utilizzare tutte le armi a loro disposizione nel tentativo di arginare i cali e soprattutto far fronte ai flussi di riscatti che si abbattono sul patrimonio, mediante l’aumento della liquidità e l’investimento sul mercato monetario.

Chi vende adesso capitalizza una perdita che supera il 30% da inizio anno e che difficilmente potrà essere recuperata nel medio periodo, se si resta fuori dal mercato azionario e non si rientra nel momento opportuno. Può quindi valere la pena aspettare che le misure concordate dai governi comincino a esplicare i loro effetti e interrompere la spirale di paura che si è innescata nelle ultime sedute.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Maria Grazia Briganti  è stata editor & analyst di Morningstar Italy

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures