Energetici peggio dei finanziari

Secondo il primo Rapporto trimestrale di Morningstar sui fondi europei, i comparti specializzati in bancari e assicurativi hanno retto alla turbolenza del settore. Profondo rosso per petroliferi e materie prime. Rendimenti positivi per farmaceutici e biotech.

Sara Silano 02/10/2008 | 11:39
Facebook Twitter LinkedIn
Clicca qui per leggere il report completo

Il terremoto che ha colpito i titoli finanziari non si è tradotto in un tracollo dei fondi specializzati nel settore, che, al contrario, hanno perso meno degli Azionari energia e metalli preziosi. Il dato emerge dal primo Rapporto trimestrale di Morningstar sui fondi europei, realizzato su un universo di circa 60 mila comparti. Ma le sorprese non finiscono qui. Nelle Borse mondiali, c’è chi è riuscito a rimanere a galla, in particolare le società farmaceutiche e biotecnologiche.

Protagonista indiscussa del terzo trimestre è stata la volatilità, che ha generato pesanti perdite sia sui mercati sviluppati sia sugli emergenti. A far saltare i nervi agli operatori è stata la crisi creditizia che si è diffusa a macchia d’olio soprattutto nelle ultime settimane, quando i principali indici, S&P500 compreso, hanno avuto oscillazioni superiori all’8% in un solo giorno.

Le medicine fanno bene al portafoglio
I crack e le difficoltà dei principali istituti creditizi (Freddie Mac, Fannie Mae, Lehman Brohters, Washington Mutual, Wachovia, Fortis e Bradford & Bingley) hanno alimentato ondate di vendite sulle Borse mondiali, ma, a sorpresa, i fondi specializzati in questo settore non sono stati i peggiori per rendimenti nel trimestre (-6,16%). La maglia nera è andata ai comparti che investono in risorse naturali a causa del calo del prezzo delle commodity e dei timori di rallentamento della domanda. Le quotazioni del greggio Brent sono scese dai 146 dollari al barile dell’inizio di luglio a 91 dollari di fine settembre. E’ stata analoga la sorte dei prezzi dei metalli e delle altre materie prime. Di conseguenza, i comparti che puntano su queste industrie hanno registrato perdite superiori al 25% nel trimestre. Tra gli investitori è partita la caccia ai titoli difensivi e poco correlati con la congiuntura, in particolare i farmaceutici (+4,3% la media di categoria) e i biotech (+9,92%).

Di male in meglio
Il calo delle commodity ha depresso le Borse più esposte al settore, in particolare quella russa, che ha risentito anche della crescente incertezza politica. I fondi azionari Russia sono stati i peggiori non solo in Europa, ma a livello globale, con una perdita del 40,71% nel trimestre. Il forte peso del listino di Mosca (20,42%) sugli Azionari Europa emergente ha trascinato al ribasso anche questa categoria. Vittime del ribasso delle quotazioni petrolifere e dei metalli sono stati anche i fondi che investono in Norvegia e America Latina.

Bisogna andare nella piccola e corazzata Svizzera per trovare rendimenti meno negativi. Titoli difensivi come Nestlé, Novartis e Roche hanno, infatti, permesso alla Borsa di Zurigo di contenere le perdite e ai fondi della categoria di chiudere il trimestre a -3,1%. In Europa, la fuga dal rischio ha messo in difficoltà i fondi small e mid cap a vantaggio di quelli a larga capitalizzazione.

Decoupling asiatico addio
Negli ultimi mesi è tramontata l’ipotesi dello sganciamento delle economie asiatiche da quelle occidentali. I mercati dell’area sono crollati insieme a quelli occidentali. Hanno sofferto soprattutto i finanziari, dopo che Icbc, Bank of China e altri tre istituti creditizi cinesi hanno comunicato un’esposizione a Lehman di circa 454 milioni di dollari. I mercati sono stati penalizzati anche dall’elevata inflazione e dal rallentamento dell’economia. I fondi azionari Asia-Pacifico (escluso il Giappone) hanno perso il 14,8%, quelli che comprendono il Sol Levante l’11,5%.

In Cina, l’inflazione ha invertito la rotta rispetto al trend di lungo periodo e il Paese è stato il primo dell’area asiatica ad allentare la politica monetaria. La svolta non è bastata a frenare i ribassi: gli Azionari Cina hanno perso il 16,67% riflettendo i timori sulla sostenibilità della crescita in un quadro globale debole. Nonostante soffra gli stessi mali del resto del continente, l’India ha contenuto le perdite sotto il 5% nel trimestre.

A Wall Street poteva andare peggio
La Borsa americana è stata l’epicentro del terremoto finanziario. Giganti del credito sono caduti o sono stati acquisiti, Fannie Mae e Freddie Mac sono state nazionalizzate, Aig ha ricevuto un’iniezione di liquidità di 85 miliardi per non fallire, Goldman Sachs e Morngan Stanley sono diventate banche commerciali, Washington Mutual sarà ricordato come il più grande crack nella storia dell’America e Warren Buffett è entrato in Goldman Sachs. Insomma, Wall Street ha cambiato completamente aspetto. Ma le perdite dei fondi azionari Usa non sono state drammatiche. Ad attutire il colpo sono stati i cali dei prezzi delle materie prime, la bassa esposizione al settore minerario e il rafforzamento del dollaro.

Bond, lontani dal rischio
Nell’ultimo trimestre, gli investitori obbligazionari hanno dato la caccia agli emittenti di qualità. I fondi governativi area Euro hanno guadagnato in media il 4,17%, mentre gli high yield hanno perso il 4.63%, riflettendo l’allargamento dei differenziali (spread) creditizi. Il trend è stato identico negli Stati Uniti. In questo caso gli investitori europei hanno beneficiato anche dell’apprezzamento del dollaro.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures