Un altro anno a cinque stelle

I migliori fondi del 2005 non necessariamente sono stati al top su un orizzonte temporale più ampio. Ma incrociando i dati di performance e il Rating è possibile stabilire chi resta saldamente in vetta alle classifiche di categoria. Un utile esercizio per non cadere nelle logiche del breve termine.

Sara Silano 05/01/2006 | 12:59
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Primo gennaio, tempo di bilanci. In Europa, la miglior Borsa del 2005 è stata Zurigo (+33,8%), seguita da Stoccolma (+30,3%) e Francoforte (+29,2%). Piazza Affari si è collocata in posizione intermedia (+15,5% l’S&P/Mib). Il mercato nipponico ha corso più di Wall Street e del Vecchio continente. Tra gli emergenti hanno brillato Russia, Corea, India e Messico.

E i fondi? Secondo le statistiche Morningstar, il migliore in assoluto nell’ultimo anno è stato Abn Amro Russia equity fund (+84% al 2 gennaio), seguito da WestAM Compass fund Latin America (+81,6%), entrambi azionari. Anche tra gli obbligazionari al primo posto si trova un prodotto del gruppo olandese, Abn Amro Global emerging markets bond (+34,6%), seguito da WIP emerging markets fixed income (+32,7%) di Oppenheim Pramerica

. Nei bilanciati ha brillato GLG Capital appreciation, mentre nei monetari si sono messi in luce JPM US dollar liquidity e Julius Baer Dollar cash fund, tutti e due con performance vicine al 19% in euro.

Condizioni di mercato favorevoli e bravura dei gestori hanno permesso a questi fondi di salire sul podio nel 2005, ma è impossibile prevedere se faranno il bis nel nuovo anno. In questo caso entra in gioco la capacità di produrre risultati in modo continuativo. In effetti, dodici mesi sono un orizzonte temporale troppo breve per dare un giudizio, soprattutto sugli azionari. E’ interessante, quindi, vedere quali fondi, oltre a collocarsi nei primi percentili nel 2005, sono stati i migliori nelle rispettive categorie di appartenenza nel corso del triennio.

Incrociando i fondi a cinque stelle (i top nel rapporto rischio/rendimento a tre anni) con quelli che si sono collocati nei primi percentili nel 2005, è possibile ottenere una classifica dei migliori su un orizzonte temporale di medio periodo. Tra gli azionari, sale sul podio Merrill Lynch IIF World Energy, con un rendimento annuo nel triennio superiore al 32% e del 76% nell’anno appena trascorso. Gestito da Robin Batchelor e Poppy Buxton, non solo ha cavalcato il recente rally del petrolio, ma ha sovraperformato l’indice Msci di settore sin dal lancio avvenuto nel 2001.

In base all’analisi, gli azionari italiani che superano la prova incrociata (5 stelle e primo quartile nel 2005) sono tre, contro una sessantina di esteri. Si tratta di Bpu Pramerica Azioni Pacifico, Nextra Azioni Telecomunicazioni e Fineco Im Global Defensives (lussemburghese storico), con performance medie nell’ultimo triennio rispettivamente del 21,6%, 16%, 10,4%. Più numerosa la gamma degli obbligazionari che comprende Nextra Bond long euro, Sanpaolo obbligazionario euro lungo termine e Bpu Pramerica Obbligazioni globali alto rendimento, oltre a due prodotti di Banca Fideuram (Interfund e Fonditalia Euro Bond long term). Per tutti, la valuta primaria è quella dell’Unione europea, a differenza dei comparti di sicav estere per i quali il panorama è molto più variegato.

In termini di raccolta, i bilanciati italiani sono stati la grande sorpresa del 2005 dopo anni all’insegna dei riscatti. Guardando alle performance, tuttavia, alcuni fondi si sono distinti anche in passato, come Epsilon QReturn (+10% annualizzato), che è gestito con metodi quantitativi, e Bipiemme Mix (+6,4% annualizzato), che è caratterizzato per una prevalente componente obbligazionaria. Ha un approccio più aggressivo, invece, il miglior fondo estero, Carmignac Profil Réactif 100, che nel triennio ha reso in media il 16,6% a fronte di un rischio, misurato in termini di deviazione standard, superiore alla media dei bilanciati.

L’analisi non vuole essere l’invito all’acquisto dell’uno o dell’altro prodotto, bensì intende suggerire un approccio più di lungo termine nelle scelte di investimento e meno influenzato dalle variabili contingenti di mercato. Senza dimenticare, però, che nel corso della vita di un fondo possono cambiare tante cose (il gestore, i profili commissionali, ecc.), con il risultato che i primi possono scendere in basso e gli ultimi risalire verso i vertici (alcuni studi dimostrano che quest’ultima ipotesi è meno probabile, ma non impossibile). E, nel caso estremo di un cambio di strategia di investimento, si può azzerare la storia passata.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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