Investire sostenibile si può

I fondi etici stanno conquistando sempre più l’interesse dei risparmiatori. Catrina Vaterlaus, gestore di Sarasin OekoSar, spiega le differenze tra prodotti etici e fondi sostenibili e invita gli investitori a non stancarsi nella ricerca del fondo giusto.

Adriaan Bonauer, 05/09/2002 | 23:47
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A tre e cinque anni il fondo OekoSar ha performance di rilievo nella categoria dei fondi bilanciati Morningstar. Nell’ultimo anno però ha perso posizioni. Vuol dire che le azioni etiche non sono più attraenti?

Nel 2000 abbiamo avuto un successo enorme con i titoli etici, anche quando i mercati cominciavano a perdere. Ma nel breve periodo, le azioni sostenibili non possono svincolarsi dall’andamento dei mercati. A inizio anno la nostra esposizione sulle Borse era forte, eravamo troppo ottimisti, anche se, in onestà, abbiamo tenuto un peso non eccessivo sugli Usa. Siamo ancora contenti dei titoli nel nostro portafoglio; la ragione di questa performance sta nell’asset allocation,non nei singoli titoli.

La politica d’investimento non permette investimenti in alcune aziende come quelle del tabacco, della pornografia, o quelle impegnate nell’energia atomica, in costruzione di armi, ma anche di automobili, così come nel settore chimico. Come mai il portafoglio ha un’esposizione su alcune banche come Ubs o Ing, che finanziano anche queste società?

Questo è un problema importante per i fondi etici. Le banche hanno una struttura di clienti non omogenei. Sarasin OekSar non investe il 100% in azioni etiche, si tratta piuttosto di un fondo sostenibile. Se la componente di reddito che le banche guadagnano da queste società diventa troppo alta, allora vendiamo il titolo. Ma non siamo fondamentalisti: la percentuale esatta a partire dalla quale diventa inaccettabile investire in queste banche, è difficile da dire. Per le banche soprattutto è quasi impossibile rientrare nella definizione di business pulito.

Sceglie le obbligazioni in maniera diversa dalle azioni?

Il rating delle società è sempre uguale, sia per il bond che per l’azione. I criteri divergono naturalmente nell’analisi di organizzazioni come la Banca mondiale. L’analisi di sostenibilità è fatta comunque in casa dai nostri specialisti.

Sceglie solo in base alle proibizioni menzionate o anche su altre condizioni?

Abbiamo una matrice a due dimensioni: Best-of-class e Best-in-class. Il primo vuol dire che in un settore promettente individuiamo le tipologie di attività più sostenibili di altre. Best-in-class è il passaggio in base al quale troviamo le migliori società all’interno del settore. I requisiti per entrare nel portafoglio sono più rigidi per società che operano in settori difficili.

Chi assicura che gli obiettivi d’investimenti saranno seguiti?

Ci controlliamo gli uni con gli altri. Abbiamo un responsabile per ogni portafoglio, che tra deve controllare i limiti stabiliti ed esistono anche delle restrizioni valide per tutti che devono essere considerate, come i pesi attribuiti a ciascun settore.

Le performance storiche non mostrano un vantaggio sostanziale derivante dall’investire in società sostenibili. Perché un investitore dovrebbe comprare un fondo di questo tipo?

Gli investimenti sostenibili non sono profittevoli, è quello che ci ripetono in molti dalla nascita del fondo nel 1994. Noi proviamo a creare una sovraperformance e a ridurre i rischi al minimo e fino a oggi ci siamo riusciti. L’investimento sostenibile consente agli investitori di conseguire una performance consistente con il trend del mercato, ma con un vantaggio non stimabile, quello di supportare le società sostenibili. Il fondo non è adatto invece agli investitori che non richiedono un investimento etico, ma mi piace ricordare che i prodotti etici offrono ai risparmiatori una coscienza migliore.

Spesso gli investitori vogliono comprare i fondi etici, ma è un mercato ancora piccolo.

Nei Paesi anglo-sassoni circa il 10% degli investimenti è investito in modo etico. Ma c’è una differenza culturale: negli Usa un fondo che non compra soltanto i titoli dell’industria del tabacco è considerato etico. In Europa abbiamo attese più elevate e stiamo vedendo un interesse crescente da parte del risparmiatore, una vera esplosione rispetto a due anni fa. Abbiamo una raccolta netta positiva e non faccio differenza tra fondi di fondi o investitori privati che comprano direttamente questi prodotti: l’interesse è in crescita.

Cosa consiglia ai risparmiatori per scegliere il fondo giusto?

E’ semplice: compra Sarasin-sustability funds… Pensa quanto tempo impieghi a comprare una macchina, mentre per gli investimenti tutto viene spesso deciso in due minuti. Il risparmiatore dovrebbe investire almeno un giorno prima di prendere una decisione e dovrebbe leggere, leggere, leggere.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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