E’ presto per l’hi-tech

I livelli delle quotazioni dei titoli tecnologici sono molto bassi e i risparmiatori si domandano se sia l’ora di ricominciare a investire. Secondo Andrew Spencer, gestore di JP Morgan ff-Euro equity fund, le cattive notizie non sono ancora finite. La parola d’ordine è aspettare fino alla fine del terzo trimestre.

Juli Iacuaniello, 09/08/2001 | 10:17
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Le Borse devono ancora affrontare una difficile chiusura d’anno e i prezzi non potranno che scendere ancora. Per Andrew Spencer, gestore di JP Morgan ff-Euro equity fund, meglio star lontani dall’hi tech e scegliere i settori industriale e bancario. Colpa di risultati societari ancora troppo deludenti.

Si sta assistendo, anche se con alti e bassi, a una ripresa di interesse sui titoli tecnologici e settimana scorsa si è registrato un mini-rally dei fondi che investono su queste società. Qual è il suo giudizio?

E’ troppo presto per investire sul settore tecnologia. Certo, in questi giorni si è assis

tito a mini-rally, ma di breve durata. Di fronte a risultati societari che parlano di utili in calo, i prezzi tornano a crollare e questo dimostra che questi livelli delle quotazioni non sono ancora in linea con gli utili realmente conseguiti dalle società, ovvero siamo di fronte a prezzi ancora sopravvalutati. Tutti vorrebbero credere che le Borse hanno raggiunto il minimo, ma gli indicatori economici Usa sono ancora negativi e in calo, a testimoniare che il fondo non è stato ancora raggiunto. Credo che la strategia migliore sia di aspettare fino alla fine del terzo trimestre prima di decidere se tornare a investire su questo settore.

Continuano a piovere profit warning dalle principali società del settore tecnologia e ancora in questo trimestre se ne aspettano degli altri. Che reazione si aspetta dalle Borse?

Credo che le quotazioni attuali non abbiano ancora scontato le cattive notizie future. Settimana scorsa i prezzi dei titoli tecnologici sono saliti, al di sopra del livello che sconterebbe le sorprese negative di questo trimestre. E l’ultima parte dell’anno sarà ancora più difficile: mi aspetto che molte società rivedranno al ribasso le attese e i prezzi non potranno che scendere ancora.

Listini e fondi azionari continuano a mostrare una grande volatilità in questo settore. Di fronte a questa incertezza, il consiglio è di utilizzare un approccio market timing oppure buy and hold, o meglio fare trading oppure comportarsi da cassettista?

La nostra filosofia è di non provare a indovinare l’andamento del mercato: bisognerebbe infatti saper scegliere con la stessa esattezza due momenti, quello per entrare e quello per uscire dal mercato. E’ difficile però predire per entrambe le fasi il momento giusto, anche perché i mercati mostrano rendimenti interessanti su periodi molto brevi, di solito tra i sei e i nove mesi, un lasso di tempo non sufficiente, appunto, per indovinare.

Il fondo che lei gestisce è molto pesato su Nokia, che ha registrato un cedimento consistente del prezzo nelle ultime settimane. Ha cambiato la sua strategia di investimento?

Il portafoglio è neutrale su Nokia; il punto è che Nokia ha un peso consistente sull’indice che seguo, il Msci Emu Grs. Il fondo quindi non ha sottoperformato l’indice. La nostra politica di investimento è orientata a scegliere titoli large e in questo caso Nokia è uno dei maggiori titoli europei, cosicché continua a essere un holding consistente del fondo.

Può spiegare meglio la sua strategia di selezione dei singoli titoli e quella di gestione complessiva del portafoglio?

Gestiamo il fondo come se fosse una società di enormi dimensioni: ciascun titolo è una parte chiave del portafoglio nel suo complesso. Sono quattro i criteri che seguiamo nello scegliere i singoli titoli: i prezzi più bassi sul mercato, le attese di grandi risultati, gli utili migliori e i movimenti migliori sui prezzi. Il fondo è molto vicino all’indice riguardo l’asset allocation e la scelta geografica delle Borse da tenere in portafoglio. Una volta decisa l’asset allocation, viene applicato un monitoraggio continuo del peso dei singoli titoli sul portafoglio complessivo.

Come è cambiata la strategia di gestione del portafoglio durante questi mesi di volatilità delle Borse?

In questo momento è difficile puntare su un singolo settore perché non ci sono segnali chiari per nessuno. Ciononostante abbiamo ridotto l’esposizione sulle società medico-farmaceutiche e aumentato il peso dei titoli dei settori industriale e bancario. Sui Paesi manteniamo un peso neutrale rispetto all’indice ed evitiamo di scegliere i singoli titoli partendo dalle attese sulla Borsa su cui sono quotati.

Qual è il suo sentiment sul futuro dell’economia in Europa?

L’economia europea somiglia a un “coniglio malato”. E’ chiaro che la Banca centrale europea non ha reagito per tempo e continua a mostrarsi confusa sul proprio ruolo: non riesce a decidere se tagliare i tassi sulla scia della Federal Reserve o se seguire la linea della vecchia Bundesbank, che era focalizzata principalmente sul controllo dell’inflazione. Finora si è concentrata sull’andamento dell’inflazione ma, molto probabilmente, per scelta o per necessità, dovrà tagliare i tassi per dare uno stimolo valido alla ripresa della crescita economica.

Quando ripartirà l’economia europea, quale settore ne beneficerà per primo?

E’ difficile dirlo. Mi aspetto profit warning ancora per sei mesi e prima che l’economia recuperi dai livelli attuali passerà molto tempo. Tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo toccheremo il minimo.

C’è spazio per un recupero dell’euro?

Strutturalmente l’euro è una moneta sottovalutata, ma questo non vuol dire che si rafforzerà presto, visto che le valute possono rimanere in una situazione di debolezza anche per anni. L’euro comincerà a rafforzarsi solo quando gli investitori ricominceranno ad essere confidenti in una sovraperformance delle Borse europee rispetto agli Usa. Nel breve, però, rimarrà stabile sui livelli attuali.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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