Bitcoin tornerà sotto i 100.000 dollari?

Mentre la criptovaluta si allontana dai suoi massimi storici, il mercato segue con attenzione le prossime evoluzioni.

Valerio Baselli 06/06/2025 | 10:43
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un'illustrazione con i Bitcoin, una tickertavla e un investitore che si rivolge al telefono.

Punti chiave:

  • Il prezzo di bitcoin ha registrato un’impennata dopo l’annuncio dei dazi
  • 100.000 dollari potrebbero essere un nuovo livello di supporto
  • Aumentano i flussi verso gli ETP su cripto
  • Restano i rischi di inflazione e liquidità

Per i seguaci delle criptovalute, il superamento della barriera dei 100.000 dollari da parte del bitcoin è stato un momento fondamentale. Ma finora la cripto più antica e consolidata non è riuscita a mantenersi stabilmente al di sopra di questo livello.

Fin dai primi giorni di aprile, nonostante l’incertezza sui dazi che ha turbato i mercati azionari, bitcoin ha registrato un’ascesa relativamente costante. Il 12 maggio, quando Trump ha raggiunto un accordo commerciale con la Cina, sospendendo per 90 giorni le tariffe che avevano mandato in tilt i mercati, BTC è schizzato ai massimi di tre mesi.

Lo slancio rialzista è proseguito il mese scorso, quando bitcoin ha raggiunto un nuovo massimo storico, sfiorando i 112.000 dollari il 22 maggio. Si è trattato di una brusca inversione di tendenza rispetto ai 75.000 dollari a cui era sceso a seguito della conferenza stampa show in cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva introdotto i dazi a inizio di aprile.

Da allora, però, la criptovaluta è scesa dai suoi massimi storici e attualmente è scambiata a circa 103.000 dollari.

Il Bitcoin può restare sopra i 100.000 dollari?

Secondo James Butterfill, responsabile della ricerca di CoinShares, il livello di resistenza di 100.000 dollari è stato rotto in modo convincente dal punto di vista dell’analisi tecnica.

“Il Bitcoin ha superato le medie mobili a 200, 50 e 30 giorni e ha sovraperformato in modo significativo tutte le altre asset class”, afferma.

Tuttavia, Adrian Fritz, responsabile della ricerca di 21Shares, ritiene che il livello di 100.000 dollari “non sia ancora del tutto convalidato come solido supporto”.

“Sebbene il breakout abbia confermato lo slancio rialzista e la forza del mercato, rimane una zona di scontro nel breve termine, in particolare sotto l’influenza di una più ampia incertezza macroeconomica.”

Nel trading, la resistenza è un livello di prezzo in cui un asset in ascesa subisce pressioni di vendita ed è talvolta descritta come un “tetto”; mentre un livello di supporto è visto come un “pavimento” in cui entrano nuovi acquirenti per sostenere i prezzi. Il Bitcoin ha impiegato molto tempo per superare i 100.000 dollari, con 60.000 dollari che hanno rappresentato un livello di resistenza chiave nella storia volatile dell’asset.

Dovile Silenskyte, direttore della ricerca sugli asset digitali di WisdomTree, ritiene che i 100.000 dollari “siano sempre stati più una pietra miliare psicologica che una barriera tecnica, e il mercato li ha decisamente superati”.

Il vero banco di prova era il comportamento degli investitori: questa pietra miliare avrebbe innescato una diffusa presa di profitto? Finora la risposta sembra essere negativa.

“Piuttosto che un tetto, 100.000 dollari sembrano sempre più un nuovo livello di supporto”, afferma l’esperta.

Il Bitcoin è ancora speculativo o un asset strategico?

I tori delle criptovalute sostengono da tempo che il bitcoin potrebbe fungere da riserva di valore e da copertura contro le politiche fiscali e monetarie espansive. A conferma di questa tesi, un numero sempre maggiore di istituzioni ha destinato una quota maggiore dei propri portafogli agli investimenti in criptovalute. Sul fronte politico, cinque Stati americani hanno emanato nuove leggi sulle cripto, tra cui il Texas, che ha istituito una riserva statale di bitcoin attesa da tempo.

“Gli ETP fisici continuano ad attrarre forti afflussi - quasi 5 miliardi di dollari in aprile - a testimonianza della continua accettazione da parte degli istituzionali”, afferma Silenskyte di WisdomTree.

“Per gli investitori istituzionali non si tratta solo di speculazione sui prezzi, ma di una mossa calcolata per posizionare strategicamente i portafogli in un contesto definito dall’erosione monetaria e dall’eccessiva pressione fiscale”.

Secondo Silenskyte, oltre alla forte domanda istituzionale, i venti di coda macro e la pressione sul lato dell’offerta sono stati i fattori chiave dietro l’ultimo rally del bitcoin.

“Le rinnovate aspettative di taglio dei tassi USA, le persistenti preoccupazioni per l’inflazione e l’aumento dello stress fiscale hanno rafforzato l’attrattiva del bitcoin come copertura contro l’instabilità monetaria e il rischio sovrano a lungo termine”, afferma l’esperta.

Inoltre, il recente halving di bitcoin, nell’aprile 2024, ha “dimezzato l’emissione di nuove monete, restringendo l’offerta in un momento in cui la domanda è in aumento”.

“Questo squilibrio sta guidando lo slancio dei prezzi verso l’alto”.

Bitcoin è un nuovo bene rifugio?

“Quest’ultimo rally è stato in gran parte innescato dalla dislocazione macro”, afferma Fritz di 21Shares.

“Gli Stati Uniti hanno vissuto una debole asta di Treasury a 20 anni e Moody’s ha declassato le prospettive di credito della nazione, sottolineando il crescente rischio sovrano. Allo stesso tempo, i rendimenti obbligazionari globali a lungo termine sono aumentati in tutte le economie sviluppate, riflettendo le preoccupazioni per l’inflazione, i timori per la sostenibilità del debito e le prospettive fiscali incerte.

“Mentre alcuni temevano che questo contesto potesse portare a una pressione di vendita a breve termine, in realtà si è assistito a un’impennata della domanda di asset solidi. Bitcoin è salito di pari passo con l’oro, rafforzando il suo ruolo emergente di riserva di valore non sovrana in tempi di erosione della fiducia".

Il Bitcoin deve affrontare rischi normativi e shock di liquidità

In futuro, la continua incertezza sulla politica degli Stati Uniti e sulle tariffe rimarrà probabilmente un tema chiave.

“La reazione dei tribunali di New York non segna la fine dei problemi legati ai dazi e l’impatto economico complessivo non è ancora chiaro", afferma James Butterfill, responsabile della ricerca di CoinShares.

“Questa incertezza dovrebbe alimentare la continua volatilità dei mercati e incoraggiare uno spostamento a lungo termine verso una politica monetaria più allentata”.

In prospettiva, Fritz di 21Shares prevede che il prezzo del bitcoin potrebbe stabilizzarsi intorno alla soglia dei 100.000$ - 110.000$ nel breve termine, a meno di nuovi shock di mercato.

Tuttavia, anche in assenza di questi, i rischi persistono.

“Il panorama macro è fragile, con le controversie tariffarie, l’aumento del debito globale e il rialzo degli yield che rappresentano una minaccia”, afferma.

“Un forte deterioramento potrebbe mettere in crisi la maggior parte degli asset ‘risk-on’. C’è anche il rischio che le principali società che detengono BTC debbano liquidare in condizioni di stress”.

Secondo Butterfill di CoinShares, il rischio principale a breve termine è una ripresa dell’inflazione, che potrebbe spingere la Federal Reserve statunitense ad aumentare i tassi di interesse.

“Un’altra preoccupazione è la possibilità di una brusca inversione di tendenza nell’attuale atteggiamento politico favorevole agli asset digitali negli Stati Uniti”.

Il jolly più significativo sembra essere una posizione politica inaspettatamente ostile.

“Sebbene la tendenza normativa sia diventata più costruttiva in alcuni mercati chiave, il rischio di un’azione improvvisa e politicamente motivata potrebbe creare volatilità a breve termine ed erodere la fiducia degli istituti”, afferma Silenskyte di WisdomTree.

Un’altra preoccupazione è che durante i periodi di restrizione della liquidità e di avversione al rischio, il bitcoin scambia in linea con altri asset di rischio.

“Se le banche centrali dovessero assumere un atteggiamento più falco del previsto [sospendere i tagli dei tassi o aumentare i tassi], soprattutto in risposta a un’inflazione vischiosa o all’instabilità finanziaria, un’improvvisa contrazione della propensione al rischio globale potrebbe innescare brusche correzioni [nei mercati delle criptovalute]”, aggiunge.


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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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