Donne e giovani sono più interessati agli investimenti sostenibili. Lo abbiamo scritto e letto più volte negli ultimi anni. Ma se ci fossimo sbagliati e si trattasse solo di uno stereotipo? Il dubbio viene leggendo un’indagine condotta negli Stati Uniti dagli scienziati comportamentali di Morningstar, guidati da Ryan O. Murphy, su un campione rappresentativo della popolazione (948 persone). I risultati, pubblicati lo scorso 22 aprile, sono riassunti in un report dal titolo The true faces of sustainable investing: busting industry mhyts around ESG.
L’ipotesi di partenza è che ci sia una distorsione nelle domande che vengono generalmente poste agli intervistati per misurare la loro propensione verso scelte finanziarie socialmente responsabili. In altre parole, a quesiti del tipo: “Su una scala da zero a cinque quanto sei interessato agli investimenti sostenibili?” si tende a rispondere in modo da compiacere gli altri, più che esprimere la propria opinione reale, per evitare di essere giudicati negativamente.
Due sole opzioni
I ricercatori di Morningstar hanno dunque provato a cambiare la domanda, ponendo l’intervistato davanti alla scelta tra due opzioni. Per esempio, è stato chiesto di esprimere la preferenza tra allocare 1.000 dollari in azioni di un’azienda come Johnson&Johnson o come Charles Schwab. La prima più “sostenibile”, ma meno profittevole; la seconda nella situazione opposta. Le risposte sono poi state convertite in un punteggio da zero (no interesse per gli investimenti socialmente responsabili) a 100 (decisioni guidate esclusivamente dai criteri ESG). Infine, sono stati costruiti cinque profili in base al grado di attenzione ai due parametri (orientamento al rendimento o alla sostenibilità).
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