L’Italia va, nonostante i numeri

La categoria dedicata al Belpaese nell’ultimo mese è cresciuta di quasi il 3%. Ma la strada per rivedere i livelli massimi è ancora lunga. Lo scenario macro resta delicato. 

Marco Caprotti 30/03/2016 | 11:27
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Gli investitori comprano Italia. Nell’ultimo mese la categoria Morningstar dedicata ai fondi di investimento specializzati nel Belpaese ha guadagnato il 3,27% (in linea con l’indice Msci Italy). Dai massimi degli ultimi tre anni, toccati ad agosto 2015, tuttavia, i portafogli hanno perso (mediamente), il 21,95%.

L’ottimismo delle ultime settimane non sempre è motivato dai numeri macroeconomici che la Penisola sta sfornando. Nel quarto trimestre 2015 il Pil è aumentato dello 0,1% sul trimestre precedente e dell'1% su anno. “Ma nel corso dell'anno la crescita congiunturale ha mostrato un progressivo indebolimento”, spiega l’Istat. La stima conferma quella diffusa il 12 febbraio. Il quarto trimestre 2015 ha avuto due giornate lavorative in meno del trimestre precedente e una in più del quarto trimestre 2014. Nel 2015 il Pil, corretto per gli effetti di calendario, è aumentato dello 0,6% (l’anno scorso ci sono stati tre giorni lavorativi in più rispetto al 2014).

Torna a salire, intanto, la fiducia dei consumatori, dopo il brusco calo registrato in febbraio.  L’indice Istat del clima di fiducia dei consumatori per marzo aumenta lievemente, passando a 115,0 da 114,5 del mese precedente. Le stime riferite alle componenti economiche, correnti e future del clima di fiducia dei consumatori sono migliorate  mentre la componente personale ha registrato una leggera flessione (a 105,7 da 105,8). Sono migliorati sia i giudizi sia le aspettative sull'attuale situazione economica del Paese (a -34 da -37 e a 5 da 4, rispettivamente).

Gli analisti limano
Un ottimismo giustificato? L’agenzia di rating S&P ha appena aggiornato le sue previsioni sull’Italia e ha prodotto una stima di crescita per un +1,1% nel corso del 2016 e quindi un +1,3% per l'anno prossimo. A novembre, la società di analisi indicava rispettivamente +1,3 e +1,4% quindi c'è stata una frazionale limatura. Il governo, al momento, ha ancora indicato un +1,6% per il 2016, nella nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza dello scorso autunno, che dovrà esser rivisto probabilmente in area +1,3% con il prossimo Def. Per quanto riguarda le note positive, nel report di S&P l'Italia viene citata in relazione al lavoro come il Paese che, insieme alla Spagna, ha fatto le riforme necessarie. Particolarmente debole, invece, la performance degli investimenti e in particolare il settore delle costruzioni. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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