Il mercato sopravvaluta STM

Il gruppo italo-francese è scambiato a prezzi superiori al fair value. Presenta, inoltre, prospettive di crescita limitate e margini di profitto inferiori rispetto ai leader del settore. 

Francesco Lavecchia 09/06/2015 | 10:03
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STM presenta interessanti prospettive di crescita in nuovi segmenti di mercato. Ma a causa dei più bassi margini di profitto rispetto ai competitor americani gli analisti di Morningstar ritengono che il mercato sopravvaluti le azioni del produttore di microchip.

La crescente regolamentazione da parte dei Governi nazionali, che spingono per aumentare gli standard di sicurezza delle auto e ridurne i consumi, sarà uno dei principali fattori che spingerà la domanda dei prodotti del gruppo nel settore automotive. Tuttavia l’effetto netto sul giro d’affari complessivo sarà attenuata dal negativo andamento di altri comparti come quello relativo ai microprocessori per lo sviluppo delle immagini.

Le previsioni degli analisti
Dopo il negativi risultati riportati nello scorso anno (-8% nei ricavi), i nostri analisti non si aspettano un miglioramento nel 2015 (-3,6%)  anche a causa dello sfavorevole andamento del tasso di cambio. Nei prossimi quattro anni il gruppo dovrebbe registrare un progresso del fatturato a un ritmo medio del 7%. Il margine operativo è visto in sensibile miglioramento rispetto all’attuale 0,7%, anche se continuerà a mantenersi su livelli inferiori rispetto a quelli registrati dai leader del mercato.

In base a queste ipotesi la stima di Morningstar del fair value è pari a sei euro (sette dollari per l’ADR quotata sul Nyse di New York) per azione, una valutazione di circa il 10% inferiore rispetto alle attuali quotazioni di mercato.

Margini da migliorare
Nonostante STM sia il primo produttore di micro chip in Europa e uno dei principali player al mondo, grazie a un giro d’affari superiore ai sette miliardi di dollari, il gruppo italo-francese deriva larga parte del suo reddito operativo da segmenti a basso valore aggiunto, dove la concorrenza sul prezzo è molto alta, e non riesce a produrre volumi di vendita tali da generare elevate economie di scala. Negli ultimi anni, inoltre, l’azienda è stata seriamente penalizzata dalla negativa congiuntura economica nei paesi del Vecchio continente e dalla sfortunata joint venture con Ericsson. Tutto questo si è tradotto in una forte compressione dei margini di profitto.

 

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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