Tre regole per investire in azioni

Ecco alcuni accorgimenti per proteggere gli investimenti dall’eccessiva volatilità dei mercati.  

Francesco Lavecchia 18/02/2015 | 09:34
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La salute del portafoglio passa per semplici regole: diversificare, fissare obiettivi di lungo periodo e non scommettere sul timing di ingresso sui titoli. Concentrare i propri investimenti in un’area geografica ristretta, in un solo settore o addirittura in un'unica azione è un errore che può costare davvero caro.

Regola n.1: Diversificare
Se è vero che rispetto al passato i mercati sono molto più correlati tra di loro, è altrettanto sicuro che ogni paese o regione presenta delle sue specificità, sia di carattere economico sia politico, che possono essere neutralizzate solo attraverso un adeguato frazionamento della propria esposizione azionaria su diverse regioni o scegliendo titoli di società multinazionali con una presenza globale.

Diversificare per regioni
Sul mercato americano, ad esempio, il titolo Viacom è tra quelli scambiati a prezzi più convenienti. A causa di una partenza stentata in questo esercizio, il gruppo ha ceduto circa il 3% della sua capitalizzazione di Borsa e ora le sue azioni sono trattate a un tasso di sconto di circa il 15% rispetto al nostro prezzo obiettivo di 80 dollari. L’azienda americana opera nel settore dei media e ricava il 75% del suo fatturato all’interno dei confini nazionali.  Il suo modello di business si basa sulla gestione di un portafoglio di canali via cavo che genera oltre il 70% del suo fatturato (la parte restante è rappresentata da uno studio di produzione cinematografica). Tra i canali spiccano l’emittente di programmi per bambini Nickelodeon (che da sola produce il 40% dell’Ebitda del gruppo) e la rete per teenager MTV. I nostri analisti riconoscono che la digitalizzazione dei contenuti video e la loro disponibilità sul web rappresenta una minaccia per i media tradizionali, ma stimano per i prossimi cinque anni un tasso di crescita media attorno al 4% e un progressivo miglioramento dei margini di profitto.

Sul mercato europeo E.On rappresenta una delle nostre migliori idee di investimento. La prima utility dell’energia in Germania ha approvato uno scorporo delle sue attività in modo da mantenere sotto l’attuale nome il business legato alle energie rinnovabili, mentre la new company raggrupperà quelle maggiormente legate al prezzo delle commodity come la produzione e la vendita di energia da fonti tradizionali. L’obiettivo del gruppo è quello di valorizzare al massimo il segmento più profittevole, come dimostra anche la dismissione dei sui asset in Spagna e Portogallo. I nostri analisti ipotizzano che la crescita degli investimenti nelle rinnovabili compenserà il calo dei profitti negli altri comparti e stimano un prezzo obiettivo pari a 19 euro.

Sui mercati emergenti, il titolo Gerdau è tra quelli che offre le prospettive di crescita più interessanti. In un settore come quello dell’acciaieria, in cui i prodotti finiti sono del tutto indifferenziati, l’unico modo per distinguersi dalla concorrenza è quello di offrire prezzi più convenienti. Il gruppo brasiliano può contare, in questo senso, su miniere di ferro di proprietà che lo rendono completamente autosufficiente nell’approvvigionamento della materia prima da utilizzare nei suoi centri siderurgici. Questo gli ha permesso, in passato, di generare elevati margini di profitto e i nostri analisti ipotizzano che con la normalizzazione delle quotazioni delle materie prime, Gerdau possa tornare a crescere a una media del 5,5% nei prossimi cinque anni. Il nostro fair value è di 5 dollari per azione, il 30% circa più alto rispetto alle attuali quotazioni di mercato.

L’alternativa globale
L’alternativa rispetto a dividere la propria esposizione sui diversi mercati è quella di selezionare  società che sono diversificate già al loro interno, poiché fortemente esposte sui mercati globali. Tra quelle più a sconto, in base alle ultime quotazioni di mercato, c’è Western Union (società attiva nel settore del money transfer), il cui fatturato è creato per il circa il 70% fuori dai confini statunitensi. Il gruppo americano riesce a mantenere margini di profitto superiori alla media grazie a volumi di transazione di gran lunga più elevati rispetto a quelli dei suoi competitor. L’azienda ha sofferto negli ultimi anni la negativa congiuntura negli Usa e continua a pagare la debolezza dell’economia dei paesi dell’area euro, tuttavia la diversa crescita demografica tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo e l’evoluzione del business dei pagamenti elettronici sono fattori importanti che promettono di garantire una crescita stabile di lungo periodo. I nostri analisti valutano il titolo Western Union 22 dollari, il 20% in più rispetto all’attuale prezzo di mercato.

Bilanciare ciclici e difensivi
Un altro tipo di diversificazione possibile è quello settoriale. In un portafoglio ben bilanciato, l’esposizione a titoli particolarmente legati al ciclo economico deve avere come contrappeso un adeguato investimento in società appartenenti a comparti più difensivi. L’obiettivo, in questo caso, è che periodi di congiuntura negativa o un forte ribasso del prezzo delle materie prime possano far evaporare i rendimenti. Il settore bancario è senza dubbio tra quelli più ciclici e Bnp Paribas è tra i titoli maggiormente a sconto rispetto al nostro fair value (pari a 63 euro).

L’istituto di credito francese continua a soffrire la debolezza dell’economia francese, ma resta uno dei maggiori operatori a livello mondiale. Il suo livello di redditività è uno dei più alti all’interno del settore (grazie ad un rendimento del capitale superiore al 20%), tanto da continuare a mantenersi profittevole anche durante i periodi più duri dell’ultima crisi finanziaria. Bnp Paribas sta investendo in nuove acquisizioni e l’espansione sui mercati internazionali sarà uno dei fattori che nei prossimi cinque anni contribuiranno a far salire il fatturato a un ritmo medio del 4%. Il fair value del titolo, stimato dai nostri analisti, è pari a 63 euro per azione, oltre il 20% rispetto alle attuali quotazioni di mercato.

Tra i settori che invece soffrono meno in caso di congiuntura negativa, ci sono quelli legati al consumo di beni e servizi di uso quotidiano, come ad esempio i prodotti alimentari, le bevande o il tabacco. Una delle nostre migliori idee di investimento in questo comparto è Philip Morris che, dopo le vendite seguite ai deludenti numeri del quarto trimestre, è scambiata a un tasso di sconto di circa il 10% rispetto al nostro fair value che è pari a 90 dollari. Il gruppo americano ha chiuso il 2014 registrando un calo dei volumi di vendita a causa della flessione della domanda di sigarette nei paesi dell’Europa dell’Est e del negativo andamento del tasso di cambio. Le guidance annunciate dal management per il 2015 sono inferiori alle nostre attese, ma apprezziamo la capacità dell’azienda di compensare la flessione delle vendite in alcuni mercati attraverso l’incremento dei prezzi medi. I consumatori sono disposti a pagare somme più alte per acquistare i marchi di Philip Morris (tra i quali Marlboro). Questo garantisce al gruppo margini di profitto più alti rispetto alla media del settore ed è a nostro avviso uno dei suoi maggiori punti di forza. In un ottica di lungo periodo, inoltre, la crescita del reddito medio nei paesi emergenti le assicura ottime prospettive di crescita future.

Regola n.2: Porsi obiettivi di lungo termine
Un’altra regola da applicare quando si approccia il mercato azionario è quella di porre obiettivi di investimento di medio/lungo termine. Cercare di approfittare dei movimenti di Borsa per realizzare veloci profitti è non solo costoso, poiché comprime gli eventuali rendimenti con il pagamento di elevati oneri fiscali sulle plusvalenze realizzate, ma induce il risparmiatore a sbagliare il timing sull’acquisto o sulla vendita di un titolo (di cui parleremo più avanti). In un’ottica di lungo periodo conviene, dunque, preferire i titoli di quelle società che si distinguono per avere un elevato Economic moat (vantaggio competitivo) e che sono scambiate a sconto sul mercato. Esse, infatti, hanno un modello di business stabile e una redditività del capitale superiore alla media che le permette di resistere meglio alla volatilità dei mercati.

Tra le società alle quali i nostri analisti riconoscono un Economic moat, Priceline (PCLN) è tra quelle scambiate a prezzi più vantaggiosi. PCLN comanda, insieme a Expedia, il mercato delle agenzie di viaggio online (entrambe con una quota del 30% circa). Alle loro spalle c’è Orbitz con l’8%, mentre il restante 30% è frazionato tra un numero molto elevato di operatori di piccole dimensioni che in nessun modo rappresentano una minaccia per Priceline. In questo business, infatti, è molto difficile sottrarre quote di mercato a causa del forte ruolo giocato dall’effetto network, in base al quale il valore di un bene e servizio aumenta all’aumentare della domanda delle stesso.

Chi cerca biglietti aerei o alberghi per le vacanze sa di poter trovare le offerte migliori sui motori di ricerca di Priceline (quali, ad esempio, Kayak.com e Booking.com), e le stesse compagnie aeree e strutture di accoglienza siglano accordi con Priceline poiché sanno che i suoi servizi sono i più usati dai consumatori. I nostri analisti sono molto fiduciosi sulle prospettive di lungo periodo di questo settore e sono altrettanto convinti che Priceline possa vincere il testa a testa con Expedia. PCLN, infatti, è meglio posizionata in Cina e sui mercati emergenti e ha una leadership nel segmento mobile (in costante crescita rispetto a quello online)

Regola n.3: non scommettere sul timing
La terza regola da seguire è quella di non scommettere sul timing per muoversi su un titolo. Questo vale sia in caso di vendita che di acquisto, anche se l’investitore è più attento al rischio di realizzare una perdita entrando su un titolo quando ha imboccato un trend ribassista piuttosto che a quello di un mancato guadagno (nel caso esca quando il titolo non ha ancora ultimato il suo rally). Per questa ragione gli analisti di Morningstar consigliano di posizionarsi su un’azione solo nel caso in cui vi sia un adeguato margine di sicurezza, cioè se il rapporto tra fair value e prezzo di mercato e sufficientemente alto da compensare l’impatto negativo di un eccesso di volatilità sui mercati. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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