L'Europa spera nella sua moneta

La regione cresce anche grazie all'aiuto della Bce. Ma gli ostacoli non mancano. Il futuro e le prossime mosse dell'Eurotower dipenderanno dal comportamento della divisa unica. 

Marco Caprotti 14/05/2014 | 11:42
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L’Europa viaggia, ma le preoccupazioni non mancano. L’ultima, in ordine di tempo, è legata al comportamento della valuta unica. L’indice Msci della regione, intanto, nell’ultimo mese (fino al 9 maggio e calcolato in euro) ha guadagnato l’1,9%, portando a +4,5% la performance da inizio anno.

Lo scenario macro
Gli indici Pmi di aprile hanno sorpreso positivamente. A livello di singoli paesi i Pmi tedeschi hanno fatto registrare un deciso aumento, con l’indice composito salito di due punti a 56,3 grazie al settore servizi (+2 punti a 55) più che al manifatturiero (+ mezzo punto a 54,2); nuovamente in calo invece gli indici francesi, di circa un punto, a testimonianza della diversa velocità di ripresa tra le due maggiori economie europee. “I livelli raggiunti dai Pmi indicano un’accelerazione dell’economia rispetto a fine 2013, e sono coerenti con un Pil in espansione dello 0,3-0,4% trimestre su trimestre”, spiega una nota di Banca Intermobiliare.

Gli indici di fiducia di aprile hanno mostrato risvolti differenti da paese a paese. Positivi tutti i dati italiani. In calo invece gli indici francesi, sia a livello di consumatori che a livello di business. “Tra le grandi economie europee quella transalpina sembra essere la meno reattiva ai venti di ripresa”, continuano da Bim. In calo l’indice generale di fiducia calcolato dalla Commissione europea, anche se, nel caso specifico, sembra più che altro un assestamento dopo i rialzi sostanziosi degli ultimi mesi.

La questione euro
La Banca centrale europea, intanto, ha detto che manterrà i tassi di interesse ai livelli attuali, o più bassi, per un esteso periodo di tempo. Il numero uno dell’Eurotower, Mario Draghi, ha aggiunto che Francoforte continuerà a portare avanti una politica monetaria accomodante, comunque pronta “ad agire speditamente se necessario”. I fari del banchiere, fra le altre cose, sono puntati sul rafforzamento della moneta unica che, rendendo più costose le merci made in Europe, potrebbe rappresentare un freno alla ripresa.

Nei giorni scorsi la divisa europea è arrivata a 1,40 contro il dollaro. Un livello considerato da molti pericoloso. La Bce ha avvisato che ulteriori rialzi potrebbero costringerla a prendere misure drastiche, tra cui il quantitative easing, in modo da pompare moneta nel sistema e spingere a un deprezzamento della divisa. Secondo un sondaggio Reuters, la maggior parte degli economisti si aspetta un intervento di Francoforte qualora l’euro arrivi a 1,42 dollari.

Le scelte operative
“Le oscillazioni valutarie esercitano sicuramente un freno sulla ripresa, con la conseguenza che gli analisti modificano le loro valutazioni sull’intero mercato al ribasso. I progressivi miglioramenti delle singole imprese sono pertanto visibili solo in parte”, spiega un report firmato da Guido Marveggio, gestore del JB Europe small & mid cap stock Fund di Swiss & Global asset managementNel lungo periodo si aprono tuttavia interessanti opportunità d’investimento. Molte piccole e medie imprese hanno un’elevata quota di fattura­to in Europa e sono pertanto poco interessate dalle oscilla­zioni delle monete. Sebbene l’attuale valutazione delle small e mid cap europee possa essere considerata equa, il potenzia­le incremento degli utili possibile nei prossimi anni si riflette solo parzialmente nei prezzi. Molte aziende si sono infatti riposizionate negli anni della crisi e possono pertanto ottenere solidi utili e un buon cash flow anche senza crescita del fatturato”.

Gli scenari e le opportunità di investimento sul mercato europeo saranno oggetto di un convegno all’ITForum che si terrà il 22 e il 23 maggio 2014 al Palacongressi di Rimini.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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