La lancetta si sposta sull’Asia

Alta volatilità in Europa. Gli investitori si rifugiano a Wall Street, ma l’area del Pacifico torna a brillare dopo un primo semestre in chiaroscuro.

Sara Silano 17/06/2010 | 09:14
Facebook Twitter LinkedIn

Nei primi cinque mesi del 2010, le preferenze dei gestori si sono spostate in modo alterno tra Stati Uniti ed Asia, mettendo in ombra l’Europa. Giugno non ha fatto eccezione. Secondo l’ultimo sondaggio, condotto tra le principali case di investimento italiane ed estere che operano sul territorio, le due aree rimarranno protagoniste nella seconda parte dell’anno. In particolare, il Pacifico dovrebbe aver superato alcuni importanti ostacoli che hanno caratterizzato il primo semestre.

Europa sulle montagne russe
La volatilità resterà alta sui listini europei, perché permarranno i timori sul debito sovrano di alcuni Paesi e la ripresa economica rimane flebile. I gestori sono divisi tra chi non prevede grossi scostamenti dagli attuali livelli (45% degli intervistati) e chi si aspetta un rialzo (45%), perché potrebbero esserci sorprese positive sul fronte degli utili. L’euro debole, infatti, favorirà non solo gli esportatori, ma anche le aziende domestiche che subiranno meno la concorrenza di quelle estere. I fund manager prevedono una crescita inferiore delle Borse europee rispetto a quelle statunitensi ed asiatiche, ma pensano ci possano essere occasioni di investimento. Per Richard Halle, gestore di M&G Investments, gli investitori con una strategia value (che acquistano titoli a costi relativamente bassi con l’aspettativa di un aumento dei prezzi) hanno oggi le migliori opportunità dallo scoppio della bolla della new economy dieci anni fa, perché i bilanci societari sono in buono stato e il rendimento da dividendi è più alto di quello delle obbligazioni.

Il fly-to-quality fa bene agli Usa
Wall Street beneficia di una miglior situazione congiunturale rispetto all’Europa e di una stagione degli utili positiva. Inoltre, la migrazione verso la qualità, seguita alle preoccupazioni per il debito sovrano europeo, ha dato slancio alla Borsa, che ha reso più di quelle del Vecchio continente nella prima parte dell’anno. I gestori apprezzano anche la tempestività con cui l’amministrazione Obama ha affrontato la crisi. Per il 60% degli intervistati, i listini a stelle e strisce saliranno nella seconda parte dell’anno (erano il 58,8% a maggio), anche se la ripresa rimane fragile. Gran parte della crescita del Prodotto interno lordo, che si è avuta tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010, è legata al pacchetto di stimoli fiscali e al ciclo di ricostituzione delle scorte, fattori che progressivamente verranno meno.

Tokyo soffre la forza dello yen
La Borsa giapponese perde consensi. La percentuale di ottimisti passa dal 35,5% di maggio al 25%, mentre un gestore su due si attende una stabilizzazione attorno agli attuali livelli e il 20% una discesa. Il peggioramento del sentiment è dovuto principalmente al recente rafforzamento dello yen, che penalizza le esportazioni, fulcro dell’economia nipponica. Esistono, inoltre, alcune incognite politiche, tra cui le elezioni della Camera Alta a luglio, i tempi e le modalità di attuazione del programma del nuovo Primo ministro, Naoto Kan.

L’Asia torna protagonista
Nella prima parte del 2010, l’Asia ha dovuto affrontare alcuni problemi, tra cui i tentativi della Cina di raffreddare l’economia e l’avvio di una politica monetaria restrittiva da parte di diverse Banche centrali dell’area. La crescita, tuttavia, non si è fermata; al contrario si sta espandendo in tutta la regione del Pacifico. Per questa ragione, i gestori sono convinti che le Borse asiatiche torneranno a giocare un ruolo da protagoniste nella seconda parte dell’anno. Il 75% degli intervistati si attende un rialzo e nessuno prevede un ribasso.

Bce ferma, Fed pronta all’azione
La Banca centrale europea non ha grandi spazi di manovra, dal momento che la ripresa economica rimane debole ed è appesantita dalle manovre correttive decise dai Paesi più indebitati. Inoltre, l’inflazione non desta preoccupazioni e la disoccupazione rimane alta. Diversa è la situazione negli Stati Uniti, dove la Federal Reserve potrebbe adottare qualche misura per normalizzare i tassi ufficiali verso la fine del 2010, se dovessero comparire segnali di pressione sui prezzi. Di conseguenza, il 55% dei gestori prevede una sostanziale stabilità dei prezzi delle obbligazioni governative in Europa, dove però ci saranno ancora temporanei allargamenti dei differenziali tra bund tedesco e altri titoli di Stato periferici. Un intervistato su due, invece, si attende una diminuzione dei corsi dei bond negli Stati Uniti.

Dollaro-rifugio
I gestori continuano ad essere pessimisti sull’euro, perché la situazione dei Paesi periferici rimane seria e la divisa comunitaria è oggetto di speculazione. Il 70% degli intervistati prevede quindi un ulteriore indebolimento nei confronti del dollaro, che funge da moneta rifugio. Il biglietto verde, inoltre, beneficia di un quadro macro-economico migliore e della maggiore redditività delle aziende americane. Tuttavia, non manca chi, come Swiss&Global asset management, ritiene esagerata la reazione del cambio tra le due divise e quindi torna a privilegiare l’euro.

Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 3 e il 10 giugno, 20 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa l’85% degli asset gestiti in Italia. Si tratta di Aberdeen Asset Managers, Albemarle Asset Management, Aletti Gestielle, Allianz Global Investors Italia, Axa IM, Banca Ifigest, Banca Profilo, Bnp Paribas Am Sgr, Credit Suisse, Fideuram Investimenti, Ing IM, Investitori Sgr, M&G Investments, Nemesis Asset Management, Norvega Sgr, Pioneer Im, Sella Gestioni, Swiss&Global AM Sgr, Threadneedle, VG.SA.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures