Obama non vuol dire fiducia

A un mese dalla rielezione del presidente l'indice Msci Usa ha perso più del 2%. Colpa delle difficoltà nell'affrontare il fiscal cliff e di uno scenario macro contastato che non danno sicurezze. 

Marco Caprotti 05/12/2012 | 16:04
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L’America del secondo mandato di Obama parte male. Almeno dal punto di vista borsistico. L’indice Msci Usa nell’ultimo mese (fino al 4 dicembre e calcolato in euro) ha perso il 2,1%, anche se la performance da inizio anno resta positiva per il 12,7%. A pesare sui corsi azionari nelle prime settimane della nuova presidenza democratica sono state (e sono ancora) le indecisioni legate al cosiddetto fiscal cliff (l’insieme dei tagli alla spesa che partiranno automaticamente a gennaio 2013 se non verrà trovata una soluzione al deficit a cui si unirà la fine degli sgravi fiscali dell’era Bush). Un elemento che rischia di portare il paese in recessione e sul quale la Casa Bianca e il Congresso non riescono a trovare un compromesso. Gli operatori sono sempre più convinti che la quadratura del cerchio verrà trovata. Le perplessità riguardano semmai la tempistica: le notizie che arrivano da Washington dicono che per ogni passo in avanti ne vengono poi fatti due indietro.

Nel frattempo si studia la situazione macro. Il prodotto interno lordo nel terzo trimestre è salito del 2,7%, dice la nuova stima diffusa dal Dipartimento del commercio, che ha rivisto al rialzo dello 0,7% la lettura pubblicata a ottobre. Gli analisti, però, avevano messo in conto un progresso del 2,8%. I sussidi di disoccupazione sono scesi di 41 mila unità a 410 mila, dopo il picco della settimana precedente legato agli effetti dell’uragano (che comunque influenzerà il dato ancora nelle prossime settimane). Stabili le richieste continue, oltre i 3,3 milioni. Risultato positivo per gli ordini di beni durevoli di ottobre, la cui misura cosiddetta core (cioè esclusi la difesa e gli aerei) ha mostrato un progresso mensile dell’1,7%, dopo il -0,4% di settembre.

Scarsa fiducia
Nel breve, però, le indicazioni delle aziende sembrano mostrare un periodo di incertezza, legato al fiscal cliff: molti direttori degli acquisti preferiscono affittare le attrezzature pagando caro per brevi periodi, piuttosto che impegnarsi in acquisti a lungo termine. La lettura finale dell’indice di fiducia elaborato dall’Università del Michigan per il mese di novembre si è attestata a 82,7, in calo di oltre due punti rispetto alla prima lettura. Tendenzialmente negativi i diversi indici di attività delle sedi regionali della Fed: in calo quello della Fed di Dallas (-2,8 da +1,8) e quello di Chicago (-0,56 da 0), mentre il manifatturiero di Richmond è risalito a 9 da -9. Positivo, infine, l’indice di fiducia dei consumatori misurato dal Conference Board. Il dato è passato da 73,1 a 73,7, massimo da febbraio 2008, beneficiando della ripresa del mercato immobiliare e di quello del lavoro.

Un quadro eterogeneo
L’indice Ism sull’attività manifatturiera è sceso a 49,5 punti in novembre dai 51,7 di ottobre. Il dato è peggiore delle attese degli analisti (51 punti) e segna la discesa sotto la soglia dei 50 punti che separa idealmente un settore in espansione da uno in contrazione. Nel dettaglio, sono calati i sottoindici su prezzi (a 52,5 da 55), occupazione (a 48,4 da 52,1), nuovi ordini (a 50,3 da 54,2) e scorte (a 45 da 50), mentre ha segnato un incremento quello sulla produzione (a 53,7 da 54,2). Le spese per le costruzioni negli Stati Uniti hanno fatto registrare in ottobre un rialzo dell’1,4% rispetto al mese precedente salendo alla quota destagionalizzata di 872,14 miliardi di dollari. Il dato è nettamente migliore delle attese degli analisti che si aspettavano un rialzo limitato allo 0,5%. Il rialzo, il sesto consecutivo, è il più consistente dal settembre del 2009. Le spese per le costruzioni di case monofamiliari sono cresciute del 3% a quota 294,24 miliardi (massimo dal novembre 2008) mentre le spese per la realizzazione di condomini sono aumentate del 6,2%.

 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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