Usa alla prova della pazienza

Alle prese con le elezioni, l'uragano e il fiscal cliff gli investitori preferiscono essere prudenti sugli Stati Uniti. I dati macro, intanto, migliorano. 

Marco Caprotti 15/11/2012 | 10:38
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Fra la campagna elettorale, l’uragano Sandy e le polemiche sul fiscal cliff, chi investe negli Stati Uniti nelle settimane scorse ha avuto davvero poche occasioni per annoiarsi. Le incertezze legate ai diversi elementi, tuttavia, hanno inciso sulle operazioni di Borsa. E così l’indice Msci della regione in un mese (fino al 13 novembre e calcolato in euro) ha perso l’1,6%, portando a +13,1% la performance da inizio anno.

Il fatto più importante del periodo è stato rappresentato dalla vittoria di Barack Obama nella corsa per la Casa Bianca. Dallo scontro con lo sfidante Mitt Romney esce però un paese diviso, dove il partito del presidente controlla il Senato, mentre la Camera dei rappresentanti è in mano ai repubblicani. Una situazione difficile, soprattutto se si considera che entro la fine dell’anno dovrà essere trovata una soluzione al deficit statale che rischia di far precipitare il paese in un precipizio fiscale (il cosiddetto fiscal cliff) da oltre 600 miliardi di dollari.

“Nel corso di una campagna elettorale aspra e faziosa, nessuno dei due candidati ha ispirato fiducia su ciò che consentirebbe di far fronte alle grandi sfide economiche che gli Usa hanno davanti. Entrambi hanno fallito nel discutere le misure necessarie per affrontare il fiscal cliff  e il deficit di bilancio, preferendo concentrarsi su temi populisti per motivare i loro sostenitori principali. Tuttavia, le difficoltà fiscali americane sono chiare. Le tasse dovranno crescere mentre sono necessari i tagli alla spesa”, spiega una nota di Cormac Weldon, responsabile azionario Usa di Threadneedle Investments. “Alcuni commentatori sostengono che il Congresso è ora più diviso e antagonista di quanto sia avvenuto in passato e, di conseguenza, giungere ad una soluzione ragionevole per il fiscal cliff e il deficit di bilancio si rivelerà difficile. Tuttavia, riteniamo che questi problemi sono ora piuttosto urgenti e mettono in secondo piano qualsiasi altra sfida”.

Gli Usa accelerano
In attesa che si trovi una soluzione gli operatori ragionano sui numeri macro. Il Pil americano nell’ultimo trimestre è salito del 2%. Le previsioni indicavano una crescita dell’1,8-1,9%. Nel trimestre precedente la crescita era rimasta al palo, segnando un +1,3%. L’accelerazione ha riportato il Pil statunitense sui livelli dei primi tre mesi dell’anno, pur restando al di sotto del livello indicato dalla Federal Reserve per innescare una drastica riduzione della disoccupazione, a settembre comunque scesa al 7,8%. Il Dipartimento al commercio, comunque, ha spiegato il balzo del terzo trimestre con un aumento dei consumi delle famiglie americane e della spesa pubblica, soprattutto nel settore della difesa.

In crescita sono stati anche gli investimenti nell’edilizia. Gli investitori, comunque, dovranno fare i conti con gli effetti del ciclone Sandy, uno dei 10 uragani più costosi della storia americana, che ha creato danni stimati in 50 miliardi di dollari (secondo alcuni calcoli che considerano anche la perdita di output potrebbero arrivare a 100 miliardi). 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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