A fronte del rialzo di oltre il 4% dell’indice latinoamericano, l’MSCI World Index ha guadagnato il 2.0%, ma le performance delle piazze sudamericane dovrebbero essere messe a confronto con quelle realizzate dai mercati emergenti, che nell’ultimo mese hanno corso di più. Infatti ad agosto l’Msci Eastern Europe è salito del 13% mentre l’Msci Asia ha guadagnato il 6,7%, mentre da inizio anno il bilancio dell’America Latina (+32,4%) supera quello degli emergenti (+28,6%).
Il Brasile, nel frattempo è rimbalzato del 10%, grazie alla forte riduzione nei tassi di interesse. In effetti, la Commissione di politica monetaria della banca centrale, ha deciso di tagliare i tassi di 400 bp negli ultimi due mesi, dal 26% al 22%.
La buona notizia è che il Governo sta pian piano raggiungendo il livello target di inflazione pari all’8,5% in termini annuali.
Al 4 settembre l’indice Msci Brazil ha guadagnato il 54,2% (in dollari) la crescita più elevata dopo quella messo a segno dalle Borse dello Sri Lanka (64,9%) e del Venezuela 75,1%).
Al contrario, il mercato messicano ha sperimentato un mese molto difficile, cedendo l’1,7% (in dollari). Pur salito da inizio anno del 20,2% (in dollari) tra alti e bassi l’MSCI Mexico è stato uno dei mercati meno performanti tra gli emergenti.
Anche in America Latina ha avuto un notevole impatto l’effetto valutario: ad esempio il listino brasiliano ha guadagnato da inizio anno un timido 28% in valuta locale, quasi il doppio se espresso in dollari.
Questo per dire che metà del rendimento del mercato di San Paolo è dovuto all’apprezzamento del real. Diverso il caso del Messico dove l’impatto della valuta non è stato così evidente a causa del forte legame economico con gli Stati Uniti e il peso ha perso il 4% contro il dollaro.
Prospettive
Per la maggior parte degli analisti, il Brasile continua ad avere valutazioni attraenti, per alcuni esperti i rapporto price earning del listino è di solo sei volte. Molti si attendono un’ulteriore riduzione dei tassi, ma il principale obiettivo del governo di Lula sono le riforme sociali.
L’economia messicana si sta timidamente riprendendo a seguito del miglioramento economico degli Stati Uniti, ma restano prioritarie le riforme strutturali soprattutto di carattere fiscale.
Secondo gli ultimi numeri pubblicati dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), l’America Latina registrerà il prossimo anno la crescita più elevata a livello mondiale, dall’1,8% atteso per quest’anno al 3,7% per il 2004.
All’interno della ripresa economica globale, le buone performance dei mercati in via di sviluppo con buona probabilità continuerà. Così i fondi che investono nell’area potranno contare su ulteriori guadagni senza dimenticare che si tratta però di prodotti più rischiosi di quelli che investono sugli altri mercati emergenti, con volatilità più alta, anche se questo implica anche la possibilità di ritorni maggiori.
Per questo motivo la componente di un portafoglio investita in America Latina non deve eccedere il 5-10%, meglio se attraverso un fondo diversificato su base internazionale.
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