VIDEO: Gli smart beta non offrono migliori rendimenti

Secondo il fondatore di Vanguard, Jack Bogle, gli investitori dovrebbero preferire i fondi passivi tradizionali, perché quelli a beta strategico non saranno in grado di fare sovraperformance nel lungo periodo.

Valerio Baselli 30/05/2016 | 08:31
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Scott Cooley: Lei ha parlato di reversion to the mean (la tendenza dei prezzi azionari ad allinearsi alla loro media storica nel lungo periodo Ndr) e certamente è difficile per i gestori mantenere rendimenti a livelli elevati. Ci sono anche alcune strategie di tipo value più orientate a questo concetto di allineamento verso il valore medio. Pensa che potrebbero essere una valida alternativa all’investimento passivo?

John C. Bogle: A volte vincono le strategie value, altre volte quelle growth. Negli Stati Uniti, immagino li conosciate molto bene anche in Europa, abbiamo gli Smart beta, questi fondi passivi che dovrebbero essere più intelligenti di chiunque altro. Non sono sicuro dove esattamente la componente “beta” entra in gioco, ma nessun’altro sembra esserlo. In ogni caso, si suppone che questi prodotti si focalizzino su alcuni fattori: potrebbe trattarsi di titoli value, di small cap, di strategie basate sul momentum, o di altre due o tre cose. E attraverso questo focus questi prodotti dovrebbero essere più astuti, teoricamente, degli indici di mercato classici.

Ci sono solo due fondi che sono stati in grado di esserlo; uno è il fondo di Rob Arnott, mi pare si chiami RAFI 1000 e l'altro è fondo di Jeremy Siegel chiamato WisdomTree e sono ponderati in base fondamentali aziendali, nel caso Arnott, e dei dividendi aziendali, nel caso di Siegel, dove l'ammontare dei dividendi è la base per l'indicizzazione, e hanno avuto rispettivamente 10 anni e 9 anni per dimostrare il loro valore.

Ma anche qui, se scendiamo nei dettagli, non lo hanno fatto: il RAFI 1000 ha reso un po’ meglio rispetto allo S&P, ma con un rischio più elevato e, come si scopre nei dati, con un indice di Sharpe più basso e un rendimento corretto per il rischio inferiore a quello dello S&P 500. Per il WisdomTree è il contrario: ha un rendimento inferiore, un rischio più basso, ma ancora una volta un Sharpe ratio inferiore. Insomma, lo S&P 500 ha fornito un rendimento corretto per il rischio migliore di entrambi questi due fondi “intelligenti”.

E come dice Bill Sharpe, è un punto interessante, occorre pensare in questo modo: se lo Smart beta sta vincendo, il “Dumb beta” (il beta “stupido”, cioè le strategie tradizionali Ndr) sta perdendo per la stessa quantità e non vi è alcun modo per aggirare questo principio sul mercato. Se la strategia A funziona per l’investitore A, allora la strategia B non funzionerà per l’investitore B. Non tutti possono vincere. Non siamo, come si suol dire, a Wobegon, dove tutti i bambini sono sopra la media. Siamo tutti nella media prima dei costi e questa è la metodologia e il principio dei fondi indicizzati. Ti danno il rendimento medio del mercato e prendono 5 punti base di commissioni, ed è la strategia vincente in un modo inequivocabile.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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