Borse affossate dal barile

Il greggio si avvicina a quota 30 dollari e traina al ribasso i listini mondiali. Milano (-3,05%) è maglia nera tra le piazze finanziarie di Eurolandia. Forti vendite sulle popolari. Male anche Ferrari. Wall Street negativa.

Francesco Lavecchia 02/02/2016 | 17:45
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Le Borse europee hanno chiuso in forte ribasso. A far scattare le vendite non è stata soltanto la nuova flessione del prezzo del petrolio, ma anche i nuovi timori legati a un rallentamento dell’economia globale e alcune trimestrali deludenti. I dati del settore manifatturiero in Cina e gli ultimi aggiornamenti macro degli Usa hanno tradito le aspettative del mercato alimentando il pessimismo degli operatori. I conti di Pfizer, Bp e Sanofi hanno invece mancato in consensus degli analisti.

Milano maglia nera
Piazza Affari ha chiuso in coda al gruppo dei listini di Eurolandia. Il Ftse Mib ha terminato a -3,05%. Saipem non frena la sua discesa e traina al ribasso il comparto energy. Le prese di profitto sulle popolari, invece, affossano i bancari. Male anche Ferrari (-7%). Limita i danni Fca, grazie al buon risultato delle vendite negli Usa nel mese di gennaio.

Wall Street negativa
Avvio in ribasso per i listini newyorkesi. Il prezzo del petrolio è in calo oggi di circa il 5% e le quotazioni del barile si riavvicinano alla soglia dei 30 dollari (relative al Wti). La caduta dell’oro nero continua a danneggiare i titoli del comparto energy, ma non è l’unica causa di apprensione dei mercati.

I primi risultati delle primarie per la Casa Bianca nello Stato dello Iowa hanno azzerato le gerarchie in entrambi gli schieramenti, sia in quello dei democratici sia in quello dei repubblicani, alimentando l’incertezza sull’esito finale. Sul fronte macro, invece, l’indice relativo all’attività commerciale nello Stato di New York è sceso a quota 54,6 a gennaio (rispetto ai 62 punti di dicembre).

 

 

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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