Borse sull’ottovolante

Europa in parità dopo una giornata di alti e bassi. Acquisti su minerari e difesa. Soffrono le banche. A Milano (-0,23%) giù i finanziari. Salgono Telecom e difesa. I retailer spingono New York dove si parla ancora di tassi di interesse.  

Marco Caprotti 20/11/2015 | 17:41
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Seduta sul filo della parità per le Borse europee dopo una prima parte di seduta in perdita e una seconda in recupero Sui listini sono stati vivaci i minerari e sono continuati gli acquisti sulle società del comparto difesa.

La conferma di una Bce ultra-accomodante, ribadita dalle parole dal numero uno dell’Eurotower, Mario Draghi, a Francoforte, ha alimentato le vendite sui bancari europei, piegando in particolare quegli indici molto esposti sul settore. Una politica monetaria eccessivamente accomodante, spiegano gli analisti, mette a rischio i margini di guadagno sugli interessi.

A Piazza Affari, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato -0,23%, debole Unicredit, (complice anche un taglio di giudizio di Barclays), ma anche Intesa, Mediobanca e Ubi. E’ scivolata A2a a causa del timore che possa arenarsi o richiedere tempi lunghi l'acquisizione di Linea vista l'opposizione di uno dei soci della società da integrare. In salita Telecom Italia dopo lo scontro tra i fondi azionisti e Vivendi sull'allargamento del cda. Bene Finmeccanica con il settore difesa, visto il clima di forte tensione internazionale seguito agli attentati di Parigi e, oggi, a quelli in Mali.

Wall Street in salita
Wall Street viaggia in territorio positivo proseguendo un trend che potrebbe permettere agli indici americani di archiviare un'ottava in rialzo. La spinta arriva dal settore dei beni discrezionali, grazie anche alla corsa di retailer come Ross Stores, Gap e Abercrombie. Le loro trimestrali incoraggianti fanno venire meno i timori sollevati dall'allarme utili lanciato una settimana fa da Nordstrom e due giorni prima da Macy's. Il focus degli investitori, in ogni caso resta sulla Federal Reserve, che si prepara ad alzare i tassi di interesse a dicembre per la prima volta dal 2006. Il messaggio è stato chiaro nei verbali della riunione della Fed di ottobre diffusi due giorni fa e lo ha ribadito ieri il numero due della banca centrale Usa, Stanley Fischer.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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