Troppi grattacapi per le Borse

Grecia e Germania pesano sui listini del Vecchio continente. Nel frattempo si riaccendono le tensioni fra Ucraina e Russia. Milano segna -1,2%. Giù le banche. New York prova a riprendersi. 

Marco Caprotti 16/10/2014 | 17:42
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Non è solo Atene a spaventare le Borse. Oltre alla situazione del comparto bancario greco, preoccupa anche il rifiuto della Germania di prendere in considerazione stimoli fiscali. Lo spettro della deflazione, inoltre, si riaffaccia: il tasso annuale dell’inflazione nel blocco dei 28 Paesi è ai minimi degli ultimi cinque anni. Gli investitori si lamentano pure della Bce che, dicono, a causa delle resistenze di Berlino, non ha ancora messo in campo un piano di Quantitative easing sul modello della Federal Reserve.

A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato xx% è stata una giornata molto volatile. Hanno sofferto soprattutto i bancari. Le vendite hanno investito anche Telecom Italia. In progresso Cnh Industrial, Tod’s e Pirelli.

New York negativa
Wall Street, intanto, sta viaggiando intorno alla parità. Oltre ai timori per la situazione in Europa gli investitori reagiscono alle notizie in arrivo dall’est del Vecchio continente. Secondo Cnbc, il presidente russo, Vladimir Putin, ha detto che ridurrà le forniture di gas all'Europa se l'Ucraina - con cui è ai ferri corti da quando a marzo Mosca ha strappato a Kiev la penisola di Crimea dopo un referendum - si approprierà del gas russo.  

Gli operatori intanto studiano i dati macroeconomici americani di oggi: la produzione industriale è salita dell’1% il mese scorso (oltre le stime) e le richieste di sussidi di disoccupazione sono scese ai minimi dell'aprile 2000. Va detto, però, che ci sono differenze: allora il tasso di disoccupazione era al 3,8% contro il 5,9% attuale e il numero di senza lavoro era pari a 5,48 milioni contro i 9,26 milioni del mese scorso.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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