Il bond e la bolla

Cresce l'interesse per il reddito fisso e questo segmento diventa sempre più caro. Diversi elementi, dicono gli operatori, spingono in basso i rendimenti. 

Marco Caprotti 31/07/2014 | 12:02
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Le obbligazioni continuano a entrare nei portafogli degli investitori. Tanto che si inizia a parlare di bolla. L’indice Barclays Global di questo asset nell’ultimo mese (fino al 30 luglio e calcolato in euro) ha guadagnato lo 0,8% portando a +7% la performance da inizio anno.

“Se bolla è, allora essa continuerà a crescere nei prossimi mesi”, spiega uno studio firmato da Jan von Gerich, Chief Strategist di Nordea. “Il recente aumento dei prezzi delle obbligazioni e il calo dei rendimenti, specialmente dei Bund, hanno reso il mercato obbligazionario sempre più caro. Gli yield potrebbero calare ulteriormente a breve e il rendimento del Bund a 10 anni potrebbe facilmente toccare l’1% per la prima volta nonostante che questi livelli implichino una view piuttosto negativa sui futuri sviluppi dell'economia”.

Ci sono diversi fattori che potrebbero spingere i rendimenti verso il basso, come le preoccupazioni geopolitiche che stanno emergendo in numerosi paesi. I problemi bancari del Portogallo, intanto, sono stati gli ultimi promemoria che il settore finanziario resta vulnerabile. L'inflazione dell'Eurozona ha continuato a mostrare debolezza nella ripresa e si è dimostrata sorprendentemente bassa. “Vale la pena ricordare che luglio e agosto sono stati storicamente mesi molto positivi per le obbligazioni: i rendimenti sono calati mentre la pressione fiscale si è attenuata”, continua lo studio. “L’attuale trend del mercato obbligazionario sembra solido e il rendimento del decennale tedesco ha appena toccato il livello più basso da oltre 12 mesi. Il prossimo passo è il minimo di 1,13% del 2012. E un calo all’1% potrebbe non essere troppo lontano”.

Secondo alcuni operatori è possibile che ci si stia avvicinando a una sorta di resa dei conti nei mercati del reddito fisso. “Ci sono già stati alcuni problemi nei mercati del credito europei, in particolar modo in Portogallo, con l’Espirito Santo Group che ha attuato forti svalutazioni delle posizioni prese su società parte del gruppo”, spiega un report di Jonathan Stanford, Senior Fund Manager, GAM Star. “Tale situazione, però, non è vista come un rischio sistemico in Portogallo, in quanto il Governo ha chiarito di non voler interferire. Un aumento di capitale da fonti private dovrebbe essere realizzabile, dato l’attuale basso valore contabile del titolo”.

Il boom delle convertibili
Il mercato primario per i bond convertibili, intanto è stato molto attivo, con 15 emissioni europee solo nel mese di giugno. Da inizio anno, l’asset class ha visto 55 miliardi di dollari di carta in arrivo sul mercato, tanto che si è già superato il livello di emissioni di tutto il 2013. Di conseguenza, le valutazioni delle convertibili europee si sono notevolmente ridotte. Attualmente, i bond stanno scambiando al fair value, con l’Asia (Giappone escluso) che sembra conveniente. “Nella prima parte dell'anno non abbiamo visto molte occasioni per generare alpha nel mercato delle convertibili”, continua il report. “Ci sono state molto poche operazioni di M&A. Questo, in qualche modo ha fatto si che sia il mercato azionario, sia quello obbligazionario restassero ai margini. Tuttavia, c’è un supporto significativo per i bond convertibili grazie alle condizioni macro”. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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