Bond Usa, meglio stare nel breve

I tassi continueranno a crescere negli Stati Uniti, ma per Suzanne Chapman, responsabile del reddito fisso a breve di WestAM, il mercato ha già incorporato questo scenario e non mancano le opportunità.

Sara Silano 03/03/2005 | 11:05
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Concorda con le previsioni di una politica monetaria sempre più restrittiva da parte della Federal Reserve?

Negli Stati Uniti i tassi continueranno a salire gradualmente ad ogni incontro della Banca centrale, fino a toccare quota 3,5%. Di conseguenza, i tassi a breve cresceranno ancora e la curva dei rendimenti tenderà ad appiattirsi.

Siamo convinti, tuttavia, che il mercato abbia incorporato gran parte di questo scenario nelle scadenze a breve, per cui l’inasprimento della politica monetaria non avrà effetti drammatici.

Dunque, è meglio restare sulle scadenze

brevi?

Guardando la curva dei rendimenti, la parte a breve ha reagito molto nel 2004 a differenza della parte a lunga scadenza, che ha persino cominciato a scendere in gennaio. La spiegazione va ricercata nelle mosse degli investitori istituzionali, come i fondi pensione e gli hedge fund, i quali hanno comprato molto i tassi a lungo, rivedendo l’allocazione di portafoglio.

Comunque anche la forte domanda di titoli a breve attenua l’impatto dell’aumento dei tassi sulla parte breve della curva. Complessivamente è senz’altro meglio stare sulla parte breve della curva nell’attuale scenario dei tassi in risalita.

Non può negare, però, che con i tassi in salita bisogna fare i conti…

Certamente, ma per i titoli a breve scandeza lo scenario resta positivo, anche se la curva dei rendimenti si appiattirà. Non dimentichiamo che l’impatto dell’aumento dei tassi è maggiore sulla parte lunga della curva. Inoltre, il mercato monetario americano è diversificato in termini di strumenti di investimento, molto più di quello europeo, perché comprende, fra gli altri, Asset backed securities (Abs) e Mortgage backed securities, che permettono al gestore di creare maggior valore aggiunto.

Cosa significa questo in termini di strategie di investimento?

Nei nostri portafogli siamo attualmente in sovrappeso di titoli a tasso variabile rispetto a quelli a tasso fisso, in un rapporto di 70 a 30. In questo modo, cerchiamo di creare valore aggiunto, in un contesto dove i differenziali (spread) sono molti tirati.

Per attuare questa strategia, abbiamo circa il 60% degli asset investiti in obbligazioni societarie di alta qualità e quasi il 40% in Asset backed securities. E’ molto bassa la duration, che per il fondo US dollar Active income è pari 0,22 anni.

Secondo i recenti sondaggi di Morningstar tra le case di investimento italiane ed europee, il mercato obbligazionario americano è sfavorito rispetto a quello europeo. Oltre ai tassi in crescita, preoccupa l’elevato livello di deficit pubblico. Condivide queste preoccupazioni?

In periodi di recessione, un elevato livello di debito pubblico non crea problemi, ma al contrario è un modo per risollevare l’economia.

Certo, adesso bisogna ridurre gli sbilanci, ma siamo convinti che la situazione è sotto controllo. Non vediamo, poi, tutta questa preoccupazione da parte degli investitori. Se temessero veramente l’insolvenza non continuerebbero ad acquistare titoli a lungo termine, fino a farne scendere i rendimenti.

Un fondo monetario in dollari può rappresentare uno strumento di diversificazione valutaria del portafoglio per un investitore non americano?

Sicuramente, anche perché l’aumento dei tassi favorisce il dollaro rispetto alla moneta unica e potrebbe eventualmente fermare la fase di svalutazione del biglietto verde. Infine, la maggior varietà di strumenti monetari del mercato americano, permette di ottenere un maggior valore aggiunto dalla gestione rispetto a quello che si può ottenere nel Vecchio continente.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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