Semestre vestito d’oro

Al top ci sono i fondi specializzati nell'industria dei metalli preziosi e i mercati di frontiera. Gli investitori rischiano, ma si coprono le spalle.

Sara Silano 24/06/2010 | 15:29
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Il primo semestre si veste d’oro. I fondi che investono in società specializzate sul metallo giallo (e più in generale nei preziosi) hanno guadagnato in media il 25,5% (in euro al 23 giugno 2010), in linea con il rendimento dello scorso anno, ma molto più dell’indice Msci globale (+11,2%). Si tratta della miglior performance tra le categorie Morningstar con almeno cinque comparti distribuiti in Italia. Il dato non stupisce, dal momento che i lingotti hanno continuato ad aggiornare i record, superando all’inizio della settimana i 1.260 dollari l’oncia. E’ vero, i fondi non possono investire direttamente nel bene fisico, ma anche le aziende minerarie hanno beneficiato del rally.

Mercati di frontiera meglio degli emergenti
Nelle posizioni successive, la classifica semestrale vede i comparti specializzati sui singoli Paesi asiatici (Indonesia, Thailandia, Vietnam, ecc.) e sull’Africa, con rendimenti medi superiori al 20%. Sono i cosiddetti mercati di frontiera, quelli che un domani potrebbero diventare emergenti e si sono affacciati sull’arena finanziaria più recentemente. In particolare, nazioni come la Nigeria o il Kenya stanno sperimentando un aumento dei flussi di investimento diretti alla Borsa, anche da parte dei gestori locali, in seguito alla diminuzione delle cedole obbligazionarie, dovuto all’aumento della liquidità nel sistema.

Rifugio nel dollaro
Per un investitore europeo, sono state di tutto rispetto le performance dei fondi obbligazionari in dollari, per effetto della rivalutazione del biglietto verde sull’euro (+15%). Inoltre, i titoli di Stato americani sono diventati un bene rifugio per gli investitori in fuga dall’Europa, a seguito della crisi del debito sovrano dei Paesi periferici. Il rendimento dei bond a lunga scadenza rimane basso, facendo supporre ad alcuni analisti che si stiano creando i presupposti per una bolla. A tenerli al minino contribuisce la domanda delle banche che li acquistano per poi girarli alla Fed come garanzia per avere liquidità.

Maglia nera per Eurolandia
In coda alla classifica, troviamo, invece, i fondi azionari specializzati sulla Spagna (-14,5%), l’Italia (-8%) e la Francia (-3,2%). In realtà a livello europeo, la peggior performance tocca alla Grecia (-31%), ma non ci sono comparti che investono nel Paese autorizzati alla vendita al retail in Italia. I listini dell’area sono stati influenzati dalla crisi del debito sovrano, che da Atene è dilagata in altre nazioni. Il timore degli investitori, oggi, è che i tagli fiscali e le misure d’austerità frenino la ripresa, aprendo la strada a un periodo di alta disoccupazione, bassi consumi e debole crescita economica.

Tra i fondi settoriali, i peggiori sono stati quelli che investono in energie alternative (-10%). Questa industria è fortemente condizionata dalle politiche statali di incentivo, che, dopo un periodo favorevole, sono in fase di revisione e riduzione a causa della necessità per gli Stati di rimettere in sesto i conti pubblici.

In attacco, in difesa
Rispetto al primo semestre 2009, i Bric (acronimo di Brasile, Russia, India e Cina) sono un po’ meno protagonisti, anche se la performance media è del 13%. Ma la differenza principale riguarda la propensione al rischio. Quest’anno gli investitori sembrano aver adottato due atteggiamenti complementari: da un lato si sono diretti verso classi di attivo storicamente più “volatili”, dall’altro si sono coperti con quelle tradizionalmente più difensive, come l’oro o i titoli di Stato americani.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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