Il miglioramento del mix di politica fiscale e monetaria e le esportazioni record, insieme alle alte quotazioni delle materie prime, hanno sostenuto il Bovespa brasiliano. Nemmeno lo scandalo politico che ha travolto l’ex ministro delle finanze Antonio Palocci, sostituito dall’economista Guido Mantega, è riuscito a frenare il rally dell’indice.
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La manovra di politica economica ha avuto effetti sul real, la valuta brasiliana, che si è indebolita, anche se rimane su elevati livelli che non si vedevano da cinque anni. Dall’altra parte il costo del denaro, tra i più elevati al mondo, insieme alle esportazioni record che hanno portato nel mercato valutario domestico ingenti quantità di dollari, ha rafforzato la moneta brasiliana. Le esportazioni ha spinto anche il peso argentino e, per rendere più competitivi i prodotti all’estero e di conseguenza indebolire il valore della moneta locale, la banca centrale di Buenos Aires interviene frequentemente sul mercati valutario.
Ad attirare i capitali esteri nell’area emergente ed incoraggiare i mercati finanziari ha influito la convinzione della possibile pausa del ciclo rialzista dei tassi americani, confermata ieri dalle dichiarazioni del Presidente della Federal Reserve Ben Bernanke. I timori del rialzo dei tassi statunitensi è stato però sostituito dalla preoccupazione per l’aumento del costo del denaro in Cina che ha messo sotto pressione il sentiment dei mercati locali, visto che le esportazioni di molte società sudamericane sono dirette verso i Paesi asiatici.
Ha giocato un ruolo importante nell’area l’aumento delle quotazioni del greggio, che ha superato i 74 dollari al barile a New York, per poi tornare sui 70 dollari. In particolare ne hanno beneficiato Messico e Venezuela, tra i maggiori esportatori di oro nero al mondo, dopo l’Arabia Saudita. Sul listino argentino sono state favorite Tenaris, produttrice di tubi nel settore dell’energia, che pesa per il 27,7% sull’indice, spinta al rialzo anche dall’aumento del target price da parte di Morgan Stanley, e Petrobras Participaciones, unità locale del colosso petrolifero brasiliano.
I gestori di Credit Suisse ritengono che le valutazioni delle società messicane stiano diventando elevate, mentre i rischi associati alle elezioni presidenziali di luglio 2006 sono già stati scontati e potrebbero creare incertezza. Non rappresentano alcun timore invece le elezioni previste per l’autunno in Venezuela, visto che è praticamente certa la riconferma di Chavez.
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