Quando l’ozio rende

Mark Greenberg, gestore del fondo Invesco GT Leisure, uno dei pochi specializzati nelle società del tempo libero, racconta i tre ingredienti della sua gestione e spiega perché il settore è sempre promettente.

Fernando Luque 19/09/2002 | 11:32
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Come definisce una società del tempo libero? Sicuramente lo sono Disney e Nintendo, ma cosa dire di Heineken o Adidas? In altre parole, qual è l’universo dei titoli su cui investe?

Invesco GT leisure fund è un fondo settoriale, ma che investe su un largo numero di società operanti in attività del tempo libero, tutte quelle che le persone fanno perché ne hanno voglia e non perché sono obbligate, ovvero beni e servizi su cui vengono spesi i soldi che restano dopo l’acquisto dei beni essenziali.

Quest’interpretazione di tempo libero consente di investire per esempio sulle società che operano nel set

tore alberghiero, dei casinò, agenzie di pubblicità e stampa, produttori di bevande e giochi. Il fondo è diversificato sia per industria che per dimensione della società, con un focus sui titoli mid-cap. Il filo comune dei nostri holding è l’enfasi della società sul consumatore finale anziché sulla crescita del business.

Le aziende del tempo libero sono molto sensibili ai cicli economici. Se si crede che la ripresa dell’economia sia alle porte questo può essere il momento giusto per investirvi, ma il settore è anche molto sensibile agli stati psicologici delle persone e questo allora non sembra più il momento migliore: basso livello di fiducia dei consumatori, disoccupazione crescente, paura di nuovi attentati. Cosa pensa al riguardo?

Credo che alcune componenti del settore siano meno sensibili al ciclo economico di quanto non sembri. Penso a Mattel, la società che produce bambole, e ad alcuni produttori di birra, tra i maggiori holding del fondo: la vendita di questi prodotti non è influenzata dall’andamento dell’economia. E’ vero anche che i beni di lusso e altri beni durevoli come le macchine, i frigoriferi e i televisori, sono molto sensibili al ciclo, ma noi non siamo esposti su queste società.

Guardando al settore del tempo libero, nonostante le preoccupazioni per l’economia e l’andamento delle Borse, continuo a vedere segnali di un miglioramento delle condizioni societarie. I bilanci delle società pubblicitarie stanno migliorando in Europa e negli Usa, le persone vanno di più a teatro, mentre non abbiamo ancora registrato contrazioni considerevoli nei pacchetti vacanze. La vendita delle birre, di giochi e bambole rimane forte.

Cosa è cambiato dopo l’11 settembre?

I viaggi da parte delle società sono diminuiti e, anche se i consumatori continuano ad andare in vacanza, sono meno disposti a viaggiare in aereo. Anche le vendite dei beni di lusso sono diminuite. In una parola, la nostra strategia d’investimento non è cambiata. Più che altro bisogna capire in che direzione si muoveranno le società in due/tre anni.

Il fondo investe molto sulle società Usa. Sta considerando la possibilità di aumentare l’esposizione fuori dagli Usa?

Cerco sempre le opportunità a livello globale. Anche se molti degli holding attuali sono statunitensi, si tratta di società che sviluppano il loro business in modo sostanziale al di fuori degli Usa. A giugno, ho visitato anche alcune società europee e soprattutto inglesi. Ma non facciamo della locazione geografica un elemento di scelta dei titoli.

Investire in questo settore è diverso rispetto ad altri come il tecnologico o il finanziario?

Gode di una più ampia scelta, nel senso che quello del tempo libero è un settore che comprende vari sotto-settori con fondamentali diversi.

Il fondo registra performance sostanzialmente migliori di altri fondi. Qual è il segreto?

In primo luogo è la diligenza nel condurre il processo di investimento: analizziamo tutti gli holding attuali e i potenziali per capire i piani strategici, la salute finanziaria delle società e la loro arena competitiva. L’obiettivo è di decidere se il business model è solido, se la società offre un prodotto unico o ha un vantaggio competitivo, se si sta muovendo nella direzione giusta per migliorare la sua posizione competitiva. Manteniamo un forte contatto con la gestione, i clienti e i competitor; seguiamo le conferenze, visitiamo i negozi e parliamo con i consumatori finali per capire la soddisfazione dei clienti e il potenziale dei prodotti.

In secondo luogo, valutiamo gli holding su un orizzonte temporale di due-tre anni e questo approccio ci consente di confidare sul lungo termine sugli holding scelti: è per questo che il turnover del portafoglio è basso. Inoltre, investiamo una porzione consistente del portafoglio nei titoli preferiti.

Infine, nella selezione dei titoli diamo forte enfasi alle valutazioni delle società.

Cosa cercate nelle società che scegliete?

Un team di gestione forte e capace di adattarsi alle novità del mercato, visto che si tratta di un settore molto dinamico, ma anche capace di raggiungere i target di reddito e utili. Preferiamo investire sulle società che incoraggiano l’innovazione, cambiamenti che possono aiutare a guadagnare capitalizzazione di mercato e a migliorare il valore societario. Inoltre, monitoriamo costantemente che il profilo di rischio/rendimento rimanga in linea con le nostre attese.

Guarda più alle valutazioni attraenti o alle prospettive di crescita?

Cerchiamo società che possano far crescere gli utili e il flusso di cassa almeno del 10%, rispetto alla crescita media del 7% dello S&P 500. Preferiamo le società con valutazioni al di sotto di quelle del mercato. A volte dobbiamo esser pazienti e aspettare che gli investimenti diano i loro frutti, ma le nostre performance sono la prova che la nostra strategia è giusta.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Fernando Luque

Fernando Luque  es el Senior Financial Editor de www.morningstar.es

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