Fondi tedeschi campioni

Il rating di ottobre ha premiato la Germania con 63 fondi a cinque stelle. L’Italia, a confronto con alcuni colleghi europei, brilla però nelle piazze azionarie europee.

Germana Martano, 23/10/2001 | 12:55
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Le cinque stelle Morningstar a ottobre hanno visto, tra Italia, Francia, Germania e Inghilterra, primeggiare i fondi tedeschi: sono infatti 63 i fondi tedeschi a cinque stelle sui 536 di diritto tedesco analizzati (l’11,8%), gli italiani sono 34 su 426 (il 7,9%), i francesi 189 su 1989 (il 9,5%), gli inglesi 148 su 1427 (il 10,4%).

Detto così, sembrerebbe che i fondi italiani siano i peggiori in assoluto a confronto con i colleghi europei. Ma se si guarda anche ai fondi che hanno conquistato le quattro stelle, quelli un gradino più giù, le percentuali per l’Italia migliorano: subito dopo i francesi, per i quali il 27,4% dei fondi analizzati conquista le quattro stelle, arrivano gli italiani con il 26,8%, seguiti dagli inglesi con il 24,6% e dai tedeschi con il 20%. Per non parlare

dei fondi a una sola stella: sono solo 20 i fondi a una stella italiani (il 4,8% del campione italiano) contro il 7% inglese, 7,3% francese e il 7,8% tedesco.

E’ utile ricordare che il rating Morningstar viene elaborato su base europea utilizzando indici che inglobano misurazioni di costi, rendimenti e rischio. La formula prende in considerazione i rendimenti degli ultimi tre anni, al netto delle spese di gestione e di performance, corretti per la volatilità dei fondi. Dalle performance utilizzate come base per il rating sono dedotte inoltre tutte le spese che annualmente sostengono i fondi e le commissioni di sottoscrizione.

Il rating mette a confronto i fondi in base alle categorie Morningstar, che differiscono da quelle di Assogestioni per il fatto di raggruppare i fondi in base allo stile di gestione, ovvero all’investimento prevalente in titoli large, medium e small e in titoli value, blend e growth, e in base alle politiche di investimento realmente adottate.

Se si guarda più nel dettaglio delle singole categorie di fondi, le cose differiscono molto da comparto a comparto. A ottobre, infatti, i fondi italiani hanno visto scemare la loro supremazia nelle categorie azionarie dell’area euro e dell’Europa, dove in tutto sono stati 11 i fondi a cinque stelle.

Tra i fondi azionari che investono sull’Europa, il Nord America e il mondo, gli italiani detengono rispettivamente quattro, zero e un fondo a cinque stelle. Valide sono però le posizioni immediatamente successive: a quattro stelle sono altri quattro fondi che investono sulle large cap europee (Capitalgest Europa, Epta Selezione Europa, Finanza & Futuro Select Europa e Fondersel Europa), quattro quelli che sono focalizzati sul Nord America (Arca Azioni America, Epta Selezione America, Fondersel America e Prime Funds America) e ben sette gli azionari internazionali (Bipiemme Globale, Euroconsult Tallero, International Stock Management, Prime Global, Prime Special, Ras Global Fund e Sanpaolo Azionario Internazionale Etico).

Che gli italiani si rivelino migliori sulle piazze azionarie più vicine a loro non è una sorpresa. Da aprile, da quando Morningstar ha cominciato a calcolare il rating per i fondi europei subito si è evidenziata una supremazia dei gestori italiani sulle categorie azionarie che investono in Europa e una loro più scarsa capacità di gestione su Borse lontane, soprattutto sull’Asia e il Giappone.

A questa tendenza, che deriva evidentemente anche dalla giovane età dell’industria del risparmio in Italia, se ne è affiancata in questi ultimi mesi un’altra: il posizionamento sempre più alto dei gestori italiani nelle categorie obbligazionarie (a ottobre sono 12 i fondi nelle massime posizioni) e in quelle bilanciate.

Ma come è possibile che tra i fondi azionari internazionali a cinque stelle ci sono tanto l’italiano Anima Trading che ha ottenuto una performance a 3 anni annualizzata del 16% quanto il tedesco Universal Acatis Aktien Global Fonds UI che vanta un rendimento del 30,4% sullo stesso periodo? Perché le cinque stelle Morningstar aiutano a scegliere i fondi su cui investire, consentendo di puntare solo su quelli che per rendimenti, rischiosità e costi sono i migliori all’interno di ciascuna categoria. Ma bisogna anche tener conto di analisi più complesse che mettono a nudo le scelte che ogni gestore fa per perseguire i suoi obiettivi di rendimento e rischiosità. Analisi che sono possibili guardando nei portafogli dei singoli fondi, che Morningstar effettua sui dati che le singole società forniscono.

Una sintesi di questa analisi è stata pubblicata su Corriere Economia in edicola lunedì 22 ottobre 2001.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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