Dove si nasconde lo sconto

Morningstar ha elaborato il barometro dei settori. I titoli farmaceutici sono i più convenienti sui mercati globali. Sacche di valore anche nel comparto dell’energia e delle materie prime. In Europa non mancano le occasioni tra i beni di consumo ciclici. 

Francesco Lavecchia 20/10/2015 | 18:28 Fernando Luque
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Pharma, biotech e strumenti diagnostici: ecco i business che possono ancora creare valore. Nonostante da inizio 2015, siano stati quelli che hanno reso di più (l’indice Morningstar relativo al settore healthcare ha segnato +10,10%, in euro al 16 ottobre 2015), i titoli del comparto della salute continuano a essere quelli scambiati ai prezzi più convenienti. Il valore mediano del rapporto prezzo/fair value (P/FV) è in questo caso pari a 0,79 e il settore presenta anche la percentuale più alta di azioni con rating quattro e cinque stelle.

Enegia e materie prime a prezzi convenienti
Quotazioni interessanti anche per le azioni del comparto materie prime ed energia. Nel primo caso l’80% circa dei titoli è valutato dal mercato a prezzi inferiori al fair value e per un’azione su due il grado di sconto è superiore al 17% (P/FV mediano di 0,83). Nel secondo, invece, le percentuali si abbassano rispettivamente al 73 e al 15%. Se per il settore salute la ragione di questo risultato è da attribuire alla mancata capacità del mercato di valutare la posizione di vantaggio competitivo di alcune big del pharma o i benefici delle operazioni di M&A, per i settori energia e commodity la spiegazione è quasi tutta nelle forti perdite subite in Borsa a cause del trend negativo del prezzo del petrolio e di molte altre materie prime. Come testimoniato dal rendimenti YTD degli indici settoriali Morningstar (in euro), rispettivamente -6% e -3%.

Le telecom costano caro
Tempo quasi scaduto, invece, per esporsi sui titoli delle telecomunicazioni e su quelli delle società produttrici di beni di consumo difensivi. Il recente andamento degli indici mostra come questi comparti siano tra quelli che meglio hanno reso da inizio anno e che, come nel caso dei consumer defensive, hanno subìto meno la volatilità dei mercati durante la scorsa estate. Nel primo caso, solo il 56% delle azioni ha un rating Morningstar di quattro e cinque stelle e la mediana del rapporto prezzo/fair value è pari a 0,91. Nel secondo, invece, la percentuale scende sotto il 50%, il valore mediano è di 0,95 e le stock scambiate a premio (con rating pari a una e due stelle) superano il 30%. 

Il barometro dei settori

 

 

 

La valutazione dei settori

 

 

 

 

 

Focus sul mercato europeo
Se restringiamo il campo d’azione all’Europa, notiamo che le stock quotate sui listini del Vecchio continente hanno quotazioni di Borsa più elevate. Il rapporto prezzo/fair value è superiore a quelli registrati sul mercato globale in quasi tutti i casi (a eccezione del settore finanza e beni di consumo difensivi) e nel caso del comparto telecom è addirittura superiore all’unità (significa che un titolo su due è scambiato a prezzi superiori al fair value). Altro dato da evidenziare la performance del real estate: negli ultimi tre mesi è stato il settore che ha realizzato il rendimento maggiore (+3,4% grazie al contributo di titoli come Deutsche Wohnen e LEG Immobilien) e ora il 50% dei titoli appartenenti al settore è scambiato a un rapporto P/FV superiora a 0,96. Le conferme arrivano dalle aziende dell’energia e delle materie prime che risultano quelle scambiate a prezzi più convenienti. Negli ultimi tre mesi (fino a fine settembre) hanno perso rispettivamente -14,8% e -14,2%, anche se le azioni di casa nostra, come Saras, ERG, Buzzi Unicem e Italcementi, si sono ben difese. Tra i meno costosi anche i titoli delle società produttrici dei beni di consumo ciclici, che nel periodo preso in considerazione hanno subito il forte sell-off sull’automotive innescato dallo scandalo Volkswagen.

Indici Settoriali Morningstar

La metodologia
L’analisi condotta sull’universo dei titoli quotati sulle Borse globali e su quelle europee combina le metodologie qualitative e quantitative di Morningstar per la valutazione delle azioni. Per le circa 2.000 società coperte dagli analisti è stato utilizzato il rapporto Prezzo/Fair value stimato, mentre per la parte restante del campione (quasi 40.000 titoli) si è ricorso ad un modello statistico di proprietà di Morningstar (che tiene in considerazione un numero contenuto di variabili legate ai fondamentali dell’azienda, ma che mima il processo logico seguito dagli analisti). Il P/FV legato al singolo settore si riferisce al valore della mediana dei rapporti dei titoli appartenenti allo stesso. Nella tabella relativa agli indici settoriali Morningstar sono indicati i rendimenti in diversi intervalli temporali.



Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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