Etf sintetici, la best practice in Europa

Morningstar pubblica un report in cui analizza i rischi, il grado di trasparenza e i modelli di replica degli emittenti che usano swap.

Sara Silano 21/07/2011 | 15:45
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Dopo il gran polverone sollevato attorno agli Etf sintetici, Morningstar ha stilato la lista dei fattori che un investitore deve tenere in considerazione per scegliere tra i diversi prodotti. In un report, realizzato dal team di ricerca sugli Etf, guidato da Ben Johnson, ha passato al microscopio tutti gli emittenti europei, fornendo per ciascuno un profilo completo.

I fattori-chiave di valutazione
Gli Etf swap-based sono caratterizzati da alcune fonti specifiche di rischio derivanti dal fatto che impiegano derivati. La prima importante distinzione, dunque, è tra i due modelli di replica utilizzati dagli emittenti. Nel metodo un-funded, quello più antico, la liquidità viene usata dal provider per costruire un paniere di titoli, detto substitute basket. La controparte dello swap si impegna a fornire la performance dell’indice replicato in cambio di quella del portafoglio del fondo. Nel più recente metodo funded, invece, la liquidità viene trasferita alla controparte dello swap in cambio della performance dell’indice. Quest’ultima si incarica di costituire un collaterale a garanzia in un conto separato e custodito da terzi. I due modelli determinano conseguenze differenti in caso di default della controparte, perché nel primo caso l’accesso al paniere sostitutivo è diretto; nel secondo, invece, non è immediato.

Chiarita questa differenza, la lista di fattori da valutare sono sei: chi è la controparte dello swap (società del gruppo o esterna)? Da quali titoli è costituito il basket sostitutivo? In quali casi viene ricalcolato lo swap? Qual è il livello di trasparenza sui titoli sottostanti? Quali sono i costi? Viene utilizzato il prestito titoli?

Nessun bocciato, nessun promosso 
Dal report di Morningstar emerge che non è possibile fare una classifica degli emittenti dal più virtuoso a quello che lo è di meno, perché nessuno è promosso su tutti gli aspetti considerati critici (disclosure, tipo di swap, costi, ecc.) e nessuno è bocciato completamente.  Gli analisti hanno rilevato piuttosto un trade-off tra i diversi fattori. Ad esempio, una maggior protezione dal rischio di controparte si traduce generalmente in più alti costi, con effetti negativi sulla performance (maggior scostamento rispetto all’indice di riferimento).  Spetta dunque agli investitori, dopo un’attenta valutazione, stabilire qual è nel caso specifico il giusto rapporto tra protezione e rendimento. Dal canto loro, è importante che gli emittenti proseguano lungo la strada della trasparenza sulle loro pratiche e i rischi associati.

Per leggere il report completo, clicca qui.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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